Sos Vigili del fuoco "Volontari a Merate? Meglio permanenti"

Il sindacato Conapo chiede gli effettivi per garantire i soccorsi

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I vigili del fuoco volontari di Merate rischiano di sparire per lasciare il posto ai permanenti effettivi. I quaranta pompieri volontari - che di professione svolgono altro - a quanto sembra non riescono infatti più a garantire da soli il servizio di pronto intervento 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per questo Edgardo Lanfranchi, segretario provinciale di Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco, chiede ufficialmente di trasformare il distaccamento meratese di volontari in un presidio permanente.

"Sono sempre più frequenti le criticità di una gestione del soccorso tecnico urgente nella provincia di Lecco in cui vaste aree di territorio sono affidate a vigili del fuoco volontari – spiega -. Più precisamente, ci sono innumerevoli difficoltà nell’assicurare la copertura del servizio di soccorso da parte dei vigili del fuoco del distaccamento volontario di Merate". Per tenere aperta la caserma, inaugurata nel 2004 e dove ora sono in corso i lavori di ampliamento per realizzare un vero e proprio polo del soccorso, spesso devono arrivare i rinforzi dal comando provinciale di Lecco.

"Tale soluzione sottrae risorse già ridotte all’osso e potrebbe rivelarsi fonte di ulteriori difficoltà a coprire il soccorso su tutto territorio provinciale", avverte il sindacalista dei soccorritori del 115 lecchese. Il territorio di competenza dei vigili del fuoco volontari di Merate comprende 21 paesi, anche della Bergamasca e oltre 110mila abitanti, in una zona fortemente urbanizzata e industrializzata, da dove solo negli ultimi 12 mesi risultano essere giunte oltre 700 richieste di soccorso, per rispondere alle quali da Lecco possono servire fono a 40 minuti, troppi per fronteggiare eventuali emergenze. La sostituzione dei vigili del fuoco volontari di Merate con effettivi permanenti significherebbe la fine di una storia lunga 178 anni, cominciata nel 1844 con i vigili della Compagnia Zappatori Pompieri, più conosciuto come giüdée de Meràa per l’elmo da parata con una punta che ricordava i chiodi della croce. Daniele De Salvo