"Se la fermano dica che va da parenti", suggeriva come aggirare norme: sindaco a processo

Il primo cittadino di Merate accusato per i consigli dati in pieno Covid al fine di aggirare le normative

Il sindaco Massimo Panzeri

Il sindaco Massimo Panzeri

Lecco, 9 novembre 2021 - «Istigazione alla violazione di nome", è il reato di cui deve rispondere davanti al giudice Giulia Barazzetta il sindaco di Merate, Massimo Panzeri (foto). Ieri mattina il primo cittadino è comparso per una manciata di minuti in un’aula del Tribunale di Lecco e deve rispondere di quanto dichiarò in piena pandemia durante una diretta facebook rispondendo alle domande di alcuni cittadini.

Il sindaco Massimo Panzeri, in quota Lega, quel giorno avrebbe suggerito, secondo l’impianto accusatorio, come aggirare le prescrizioni vigenti in tema di contenimento del Coronavirus e cosa rispondere in caso di controlli per evitare multe o denunce. «Se la fermano non dica che sta facendo un giro in auto, piuttosto dica che sta andando a trovare un parente o un amico", aveva infatti consigliato il sindaco di Merate a una disabile che gli chiedeva se fosse lecito un giro in macchina. Altre motivazioni indicate dal sindaco: dica che sta andando a fare la spesa. Poi aveva precisato "che ci sono tanti modi per ‘’aggirare’’ le norme, visto che è impossibile controllare in modo puntuale".

Difeso dagli avvocati Elena Barra ed Elena Ammannato, il sindaco ha scelto il dibattimento per difendersi dall’accusa. E all’uscita dall’aula dopo la prima udienza – il processo è stato aggiornato al 22 marzo del prossimo anno – ha dichiarato: "L’intento non era istigatorio, sono sereno e fiducioso". L’accusa – condotta in aula dal pm Caterina Scarselli -, ha prodotto documenti e video, invece la difesa ha indicato i testimoni, che scagionerebbero l’imputato.