Le pene sono diventate definitive. Portato in cella l’ex sindaco Berera

Supera i dieci anni il totale delle condanne rimediate in diversi processi dal già primo cittadino di Foppolo. Le accuse: turbativa d’asta, truffa, corruzione, concussione, bancarotta, peculato e abuso d’ufficio.

FOPPOLO (Bergamo)

I carabinieri della Compagnia di Zogno lo hanno scortato al carcere di via Gleno dove l’ex sindaco di Foppolo, Giuseppe Berera, 56 anni da compiere tra un paio di giorni, deve scontare le pene diventate definitive rimediate nei vari processi scaturiti dall’inchiesta dell’ex pm Gianluigi Dettori. Sulla carta il totale dovrebbe superare i dieci anni. Tanti, anche pensando alla riduzione che i benefici di legge potranno offrirgli. Se l’episodio delle seggiovie bruciate nella notte tra il 7 e l’8 luglio 2016 è ancora senza colpevoli, il fascicolo aperto per far luce sull’incendio ha dato il là ad altre indagini mettendo nel mirino l’allora sindaco del Comune della Val Brembana, assistito dall’avvocato Enrico Pelillo.

Assolto dall’ipotesi di avere guidato un’associazione per delinquere con il “socio“ Santo Cattaneo, ex primo cittadino di Valleve, Giuseppe Berera è stato condannato principalmente per turbativa d’asta (il bando “truccato“ per installare la telecabina dell’amico Sergio Lima, tuttora a processo); truffa (oltre 3 milioni nei a danno della Regione); corruzione (le tangenti austriache); bancarotta (i fiumi di denaro usciti dalla fallita Brembo Super Ski); concussione (minacce all’imprenditore Franco Quarti); peculato (4 milioni e mezzo di spese ingiustificate liquidati dal Comune alla Bss); abuso d’ufficio. La pena, dopo l’Appello, era scesa da 10 a 6 anni e mezzo in abbreviato.

A gennaio 2023 Berera aveva ottenuto dalla Cassazione di tornare in Tribunale a Brescia per chiedere che la pena fosse ricalcolata tenendo conto della continuazione tra i reati e per un’accusa di falso ritenuta illegittima. Non è dato sapere, al momento, come si siano espressi in definitiva i giudici. A quei 6 anni e mezzo vanno aggiunti i due anni e 4 mesi del patteggiamento per la presunta tangente all’ex senatore Enrico Piccinelli (assolto) e altri due anni e 4 mesi per i 55mila euro della Bss usati per pagarsi la villa in paese.

Francesco Donadoni