Più lavoro, meno soldi in busta. A 32 dipendenti che prestano servizio alla Casa dei ragazzi di Olgiate Molgora per assistere minori e anziani fragili, i componenti del Cda della struttura hanno unilateralmente cambiato il contratto nazionale di riferimento. In soldoni sono almeno 200 euro in meno al mese di stipendio base, ore di lavoro in più, meno ferie, meno malattia e nessuna maggiorazione di turno. Per questo ieri mattina hanno incrociato le braccia e partecipato ad un picchetto di protesta. "È inaccettabile e incomprensibile che in nome di un’economia di gestione, visti gli investimenti dissipati dalla proprietà nella creazione di una nuova struttura appena inaugurata, si cerchi di ridurre, ancora una volta, il costo del lavoro, disconoscendo il diritto all’inviolabilità dei contratti individuali", denunciano i sindacalisti di Cgil e Cisl insieme a tutti gli educatori e operatori della Casa dei ragazzi. A loro si è unito pure il consigliere regionale democratico lecchese Gian Mario Fragomeli. Già la scorsa primavera era stata tentata una possibile conciliazione, aveva mediato anche il capo di Gabinetto della prefettura Paola Cavalcanti, ma non si è arrivati ad alcuna soluzione della vertenza, anzi. "I componenti del Cda della Casa dei ragazzi hanno riconfermato la volontà di cambiare unilateralmente il contratto applicato ai lavoratori – spiegano i sindacalisti -. La riapertura dello stato di agitazione ha l’obiettivo di spingerli a rivedere la decisione. Metteremo in campo ogni forma di lotta utile alla causa". Tra le varie forme di lotta ci sono anche le vie legali e una causa davanti ai giudici del lavoro. Per evitare che si arrivi a tanto si è reso disponibile a prestarsi da paciere il sindaco Giovanni Battista Bernucco. D.D.S.
CronacaSi occupano dei fragili. Li pagano meno