ANDREA MORLEO
Cronaca

Scuola, prof precaria: "Non so ancora dove andrò a insegnare"

Maria Bellinzona racconta il caos a cinque giorni dal via alle lezioni. Colpa del Covid, ma non solo

Maria Bellinzona

Lecco, 10 settembre 2020 - «Ad oggi non so ancora nulla, nemmeno dove andare a vedere le nuove nomine per l’anno scolastico. L’unica cosa certa è che entro le 14.30 di domani (oggi, ndr ) dovrò inserire online l’elenco delle mie preferenze tra le scuole. La vedo dura però che i miei alunni mi rivedano sulla cattedra da lunedì". Per Maria Bellinzona, insegnante precaria di lettere alle medie, è una vigilia di inizio anno scolastico piena di incertezze. Ancor più del solito perché a dirla tutta la scuola italiana non ha mai mai brillato per organizzazione e tempismo. E quest’anno ci è messo il virus a rendere ancora più machiavellico il sistema. Tra gli slogan trionfalistici del ministro Azzolina e la necessità di evitare un ritorno dei contagi, la confusione è massima. "Quest’anno c’è stato innanzitutto il problema dell’aggiornamento delle graduatorie: all’inizio il ministro ha detto non le voleva aggiornare, poi ha cambiato idea e ha optato le graduatorie provinciali, le Gps, che dovevano andare a colmare le graduatorie esaurite ormai da tempo. E invece si è creato caos".

Cosa è successo con queste famose Gps? "Innanzitutto la procedura è stata aperta troppo tardi forse anche perchè il mondo della scuola si era fermato del tutto durante la pandemia".

Quando si è partiti? "La procedura si è aperta solo dal 29 luglio al 6 agosto: ognuno di noi doveva aggiornare online il proprio curriculum con gli ultimi anni".

Il ministro Azzolina ha dichiarato che il sistema informatico infallibile. È così? "Come sempre le norme sono state poco chiare e moltissimi hanno avuto difficoltà a connettersi con il portale del Ministero, senza contare i molti errori".

Cioè? "Conosco casi di alcuni colleghi che avevano un punteggio superiore al mio perchè insegnavano da più anni e si sono trovati più indietro nella nuova graduatoria e ora non sanno più dove sbattere la testa. Il punto è che una volta potevi controllare il tuo punteggio e avevi tempo un mese per correggere nel caso di errori. Adesso non più, nonostante il ministro continui appunto a ribadire che è tutto perfetto".

Ma siccome la scuola è un mondo complesso che non si dirige a colpi di slogan, ora come si fa? "Alcuni provveditorati stanno rifacendo le gradautorie in autotutela ma sono già scattati i soliti ricorsi al Tar. Se fossimo partiti un po’ prima avremmo garantito un pò più di sicurezze anche alle famiglie. Da mamma capisco che non è facile".

Da quanti anni è precaria lei? "Cinque e posso dirmi anche fortunata perchè negli ultimi tre ho seguito la stessa classe, la continuità è fondamentale nell’insegnamento".

Dall’esterno, mi scusi, la sensazione è che però si lavori sempre nell’emergenza e mai con una pianificazione a lungo termine. Sbaglio? "A mio parere l’errore è stato abolire la Sis, un corso post universitario di due anni che abilitava all’insegnamento: i colleghi che sono usciti da quella scuolla sono tra i più preparati. Da lì in poi è mancato un vero filtro per entrare nel mondo dell’istruzione pubblica".