A Lecco la parità di genere la insegna un robot. La “maestra” Nao insegna che non ci sono lavori da maschi o da femmine

Il progetto di sette studentesse dell’istituto “Vittorio Bachelet” di Oggiono approda in cattedra alle elementari del Collegio Arcivescovile “Volta”

Un momento della lezione di Nao

Un momento della lezione di Nao

Lecco – Bambini delle elementari a scuola di parità di genere. In cattedra, come insegnante, c’è un robot, o meglio una robot. La “maestra” si chiama Nao. L’hanno progettata, realizzata e programmata sette studentesse dell’istituto superiore statale Vittorio Bachelet di Oggiono. La materia che insegna è seria e molto importante, eppure Nao, proprio come sanno fare solo i migliori docenti, l’affronta e la spiega con leggerezza, come se fosse un gioco.

"Il nostro progetto è rivolto appunto ai bambini e ha lo scopo di insegnare loro la parità di genere attraverso semplici laboratori interattivi – spiegano le giovani cervellone del settebello rosa sulla parità di genere –. Nao mostra loro delle immagini, chiedendo la loro opinione. In base alla risposta, spiega loro vari concetti e azioni concrete da mettere in atto per costruire una società priva di disuguaglianze. Anche lo sport, che è certamente un tematica molto importante per i bambini, può purtroppo essere fonte di discriminazione di genere. Per questo Nao li aiuta a riflettere come invece non esistano sport per maschi o per femmine, ma solo sport per divertirsi e stare bene".

Al posto di dettati, tabelline, libri, verifiche e interrogazioni, Nao preferisce il Memory per dimostrare che tutte le professioni posso essere svolte da entrambi i sessi: "Le coppie da trovare rappresentano lo stesso lavoro svolto in un caso da una donna e nell’altro da un uomo – aggiungono le liceali dell’istituto oggionese guidato dalla preside Anna Panzeri -. Utilizzando i sensori presenti su Nao, gli alunni scoprono inoltre le storie di donne del mondo che hanno raggiunto grandi traguardi".

Tra gli strumenti didattici di Nao c’è pure il famoso gioco da tavolo “Indovina chi” – sì, proprio quello delle figurine da abbassare in base alle caratteristiche dei personaggi -, sebbene digitale e declinato naturalmente al femminile: Who is She, invece che Who is It. 

La prima campanella di inizio delle lezioni di parità di genere è suonata l’altro giorno al Collegio arcivescovile Alessandro Volta di Lecco, diretto dal rettore don Gabriele Gioia. Seduti diligentemente ai banchi, insieme agli alunni, ai loro maestri, ad alcuni genitori e alla coordinatrice Eleonora Galbusera, si sono accomodate anche Marianna Ciambrone, consigliera di Parità della provincia di Lecco, e Monica Rosano, la sua consulente legale e coordinatrice dei progetti scolastici. "Educare e sensibilizzare i bambini e le bambine, sin dai piccoli, con laboratori e attività mirate, è un ottimo strumento per promuovere la parità di genere e prevenire ogni forma di discriminazione – commenta la consigliera di Parità Ciambrone -. La società può essere cambiata se noi ci educhiamo e se i ragazzi vengono educati all’inclusione e al rispetto. Entrare nelle scuole e sederci tra i banchi, è un nostro dovere, per diffondere sempre più questa cultura".