I giudici del Tar di Brescia non si sono ancora espressi. Intanto però dall’altro ieri nel forno inceneritore del cementificio di Calusco d’Adda vengono bruciati fino a 110mila tonnellate di rifiuti solidi per produrre clinker, al posto di 30mila. Contro l’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Bergamo, con l’avallo dei responsabili di Ast e Arpa, ai vertici della Heidelberg Materials Italia Cementi, la Spa tedesca che ha rilevato la cementeria Italcementi, proprio per triplicare l’utilizzo di combustibile derivato dai rifiuti, è stato depositato un ricorso al Tar: lo hanno firmato i sindaci di Robbiate, Comune capofila, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Imbersago, Solza e Cornate d’Adda, la presidente della Provincia di Lecco e i responsabili del Parco Adda Nord, che chiedono anche uno studio epidemiologico più approfondito sui rischi per la salute di quanti abitano e lavorano nei paesi attorno allo stabilimento. La paura è infatti di un aumento dell’incidente di malattie e problemi di salute a causa dell’inquinamento. Entro un mese dovrebbe essere convocata una riunione. Il consigliere provinciale Giovanni Ghislandi, ex sindaco di Imbersago, chiede però di conoscere da subiti eventuali sviluppi.
CronacaRifiuti triplicati nel forno. I sindaci attendono il Tar