Rapine, furti, scippi e spaccio La mappa dei reati nel Lecchese

Barzio, a tracciare il consuntivo dell’attività criminale nel primo quadrimestre è stato il prefetto

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di Daniele De Salvo

Ogni giorno in provincia di Lecco vengono denunciati più di 25 reati. Nei primi quattro mesi del 2022, da gennaio ad aprile, nel Lecchese sono stati commessi 3.148 reati. In tutto l’anno scorso ne erano stati denunciati 9.849, nel 2019 invece 10.669, mentre azzardare confronti con il 2020 della pandemia sarebbe inutile. In un caso su quattro sono stati identificati i colpevoli, negli altri 3 no. Sono stati denunciati 1.213 furti, tra cui 62 scippi, 437 in abitazione, 79 in negozi e 48 di auto. Le rapine messe a segno sono state 30: 4 in casa, 6 in centri e esercizi commerciali e 14 in strada. Undici ladri e rapinatori su 100 sono stati scoperti. Le denunce per lesioni sono state 87, 17 per estorsione, 523 per truffe e frodi informatiche che nel 2021 erano state 2.014 e nel 2010 1.066, 489 per danneggiamenti e 15 per droga.

A tracciare il bilancio del primo quadrimestre sulla criminalità in provincia di Lecco è stato, l’altro giorno, il prefetto Sergio Pomponio, che a Barzio ha incontrato i sindaci dei 25 paesi della Comunità montana di Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera: è stata la sua prima riunione itinerante del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

"I dati sull’andamento della delittuosità nell’area della Comunità montana rivelano sempre un indice di delittuosità più basso rispetto all’intera provincia", rassicurano dalla prefettura. Solo 334 reati sugli oltre 3mila denunciati in tutta la provincia sono stati commessi infatti nei centri di Valsassina e Alto Lario, cioè il 10%, e la media dei reati scoperti nel territorio è più alta che altrove. Ai primi cittadini della zona preme soprattutto mettere un freno allo spaccio e al consumo di droga, specialmente lungo la Statale 36, la Sp 72 e i boschi a ridosso delle aree urbane. Per questo verranno ulteriormente potenziati i controlli. A preoccupare sono però soprattutto le possibili infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici che verranno commissionati grazie alle risorse del Pnrr. Per limitare i rischi sono previste procedure di tracciamento, sia dei soldi, sia di chi si aggiudicherà ed eseguirà i lavori, grazie anche all’aggioramento del sistema informatico dedicato con l’inserimento di nuove "voci" riferite a singole fattispecie contrattuali per lavori, forniture e servizi e all’erogazione di finanziamenti pubblici.