FEDERICO MAGNI
Cronaca

Quei salti nel vuoto sulla piramide del Ticino

È nata “Leap of faith“ (“Salto della fede”), nuova via aperta da Della Bordella insieme ad altri scalatori sulla parete Sud del Poncione d’Alnasca

di Federico Magni

Quando ci si avvicina alla sua parete Sud, il Poncione d’Alnasca appare come un’enorme piramide. Un luogo meraviglioso, tranquillo, silenzioso e fuori dal mondo che domina la Val Verzasca in Canton Ticino. Su quella parete di granito ci avevano messo gli occhi generazioni di alpinisti ed arrampicatori, da Comici a Bonatti, da Pedrini a Quirici. Anche Matteo della Bordella, presidente dei Ragni di Lecco ora ha lasciato la firma e come sempre è carico di emozioni il racconto di questa sua nuova avventura vissuta con diversi compagni di cordata. "È iniziato tutto cinque anni fa con David Bacci e Luca Auguadri. Abbiamo aperto una via di cinquecento metri sulla parete Sud. È passato del tempo prima che io e Alessandro Zeni tornassimo in parete per tentare la libera", racconta della Bordella. La via si chiama “Leap of Faith” (Salto della fede) e ha un passaggio chiave di 8a+b al decimo tiro.

Una bella scarica di adrenalina visto che per superare un paio di passaggi tosti bisogna proprio “mettere le ali“ e in un caso ci si trova già a centinaia di metri da terra. "Sì, la via si chiama così proprio perchè ci sono due “salti“ da affrontare su questa via - spiega acora Matteo -. Uno al terzo tiro e uno all’undicesimo. Soprattutto in quest’ultimo, per riuscire a passare, è necessario “lanciare“ in alto e prendere una presa al volo. Quando lo provavo come singolo passo non riuscivo a chiuderlo perchè è proprio naturale saltare in quel punto e staccare le mani. Poi invece sono arrivato in continuità. Ho dovuto crederci veramente. Ho saltato e mi sono fermato". Fortunatamente le imprese di Della Bordella e compagni sono state immortalate da Fulvio Mariani, regista legato al mondo della montagna e dell’avventura e dall’obiettivo di Tommaso Lamantia e quelle immagini spettacolari diventeranno un documentario che racconta l’apertura della nuova via in Ticino. "Ci sono voluti un po’ di anni ma è stata una grande esperienza nel suo complesso. Soprattutto perché dieci anni fa frequentavo tantissimo quei luoghi e l’Alnasca è la parete più bella e selvaggia, con una roccia stupenda. Un luogo dove si incontra pochissima gente. Per raggiungere la parete bisogno affrontare 1.300 di dislivello. C’è un bellissimo bivacco sotto una pietra naturale ai piedi della parete".