REDAZIONE LECCO

Provveditorato, caso chiuso "Pronti a chiedere il giudizio"

Sondrio, avviso di chiusura indagine degli accertamenti su peculato e turbativa d’asta

Provveditorato, caso chiuso  "Pronti a chiedere il giudizio"

Provveditorato, caso chiuso "Pronti a chiedere il giudizio"

Nelle scorse settimane il Nucleo Pef (Polizia economico finanziaria) della Guardia di Finanza di Sondrio ha ultimato la consegna alla Procura di tutta la documentazione acquisita nell’indagine, scattata oltre un anno fa, sull’operato dell’allora dirigente scolastico provinciale, Fabio Molinari, di Lovere (Bergamo), poi sottoposto agli arresti domiciliari per alcuni mesi e, infine, all’obbligo di dimora, prima della revoca anche di quest’ultima misura restrittiva della libertà. L’inchiesta, nata a gennaio 2022 da alcuni esposti, ipotizza a carico del provveditore condotte di concussione, induzione indebita, peculato e turbativa d’asta. Molinari, assistito dagli avvocati Stefano Di Pasquale di Sondrio e Sara Riva di Bergamo, prima di finire ai domiciliari nell’abitazione bergamasca, interpellato dalla stampa si difese affermando "di avere piena fiducia nel lavoro degli inquirenti e di essere a disposizione per ogni chiarimento". Poi le cose, per lui, si erano messe piuttosto male con la misura cautelare richiesta dai magistrati e concessa dal gip. Ora abbiamo appreso che, nelle ultime ore, sono stati recapitati avvisi di garanzia e per taluni gli avvisi (art. 415bis) di conclusione indagini, l’atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. Tra i destinatari dei diversi provvedimenti, oltre ovviamente al principale indagato, il dottor Molinari, nel frattempo sospeso dall’incarico di capo dell’Ufficio scolastico provinciale, alcuni dirigenti scolastici al vertice di istituti valtellinesi, come Bruno Spechenhauser, alla guida dell’istituto Alberti di Bormio, tra i più affermati presidi in Valtellina, la collega Maria Rita Carmenini, protagonista di importanti progetti con il suo staff a Morbegno come la nascita della “Scuola alpina“, Raimondo Antonazzo della scuola di Ponte in Valtellina, il dirigente Michele Muggeo, che guidò il Cpia, ora operante in un’altra provincia. Ciò non significa che siano colpevoli.

Tra le procedure di Molinari finite sotto la lente della GdF c’è la Mad, ossia la "Messa a disposizione", quella pratica che permette ai neolaureati o, comunque, ai laureati non di ruolo e in alcuni casi anche a diplomati di entrare nella scuola per supplire alle carenze di organico. Poi ci sono gli ingaggi degli stagisti, in cambio del "versamento di soldi sul conto di un’associazione culturale riconducibile al provveditore". L’acquisto di droni con fondi pubblici e a un preside di un quadro raffigurante Dante. E altro. Michele Pusterla