DANIELE DE SALVO
Cronaca

Valsassina, novanta profughi in una frazione di 700 abitanti: "Situazione al limite"

Sono gli ospiti del Cas di Moggio. Per la minoranza comunale sono penalizzati turisti e residenti

Sono novanta gli ospiti del Cas di Moggio in una frazione da 700 abitanti. Per la minoranza comunale sono penalizzati turisti e residenti.

Sono novanta gli ospiti del Cas di Moggio in una frazione da 700 abitanti. Per la minoranza comunale sono penalizzati turisti e residenti.

Cremeno (Lecco) – Novanta profughi in una frazione di 700 abitanti. Sono ospitati al Cas di Moggio, frazione di Cremeno, paese di 1.815 anime della Valsassina. I numeri dei richiedenti protezione internazionale ora si sono abbassati, ma in alcuni periodi lì sono stati accolti fino a più di 130 migranti. La struttura è un Cas appunto, cioè un Centro di accoglienza temporaneo, ma di provvisorio non c’è proprio nulla, perché ormai è da almeno una decina d’anni che l’ex colonia estiva degli Artigianelli per i rampolli della Monza bene, è stata trasformata nel più grande hub per extracomunitari in fuga da guerre, persecuzioni e miseria approdati in Italia in cerca di protezione internazionale. "La situazione ha radicalmente trasformato la vita della comunità locale", spiegano i tre consiglieri comunali di opposizione: del gruppo La Voce: Paolo Terzaghi, Matteo Bergamaschi e Combi Matteo.

Ne risente il turismo e le tensioni non mancano. I 3 della minoranza, in un circostanziato e documentato dossier, denunciano inoltre "con forza le gravi carenze e le contraddizioni nella gestione di questa struttura" ed evidenziano come, "nonostante le promesse di straordinarietà e temporaneità, il centro continui a operare con alcune carenze circa la conformità alle norme igienico-sanitarie, di prevenzione incendi e con dei dubbi circa quelle urbanistiche". Dagli atti ufficiali, lì potrebbero infatti essere ospitati in 67, massimo 99, non 137 come invece successo. Fino a qualche mese fa il centro non era nemmeno dotato di allacciamento fognario.

In 8 anni sono stati incassati appena 41.700 euro di Imu e meno di 30mila di Tari, nonostante le dimensioni e gli occupanti del centro e dal Comune si devono sobbarcare pure la gestione e le spese di iscrizione anagrafica. "Un quarto della capacità provinciale di accoglienza è concentrato in questo nostro piccolo angolo di mondo, generando tensioni, disservizi e un palese senso di abbandono da parte dei rappresentanti delle istituzioni – rimarcano i tre consiglieri della Voce -. La nostra comunità vede ignorate le proprie istanze e soffocare le proprie speranze di risposte concrete. Occorre una riflessione seria sul futuro di questa struttura e sul rispetto dei diritti di tutti: ospiti e residenti".