Lecco come Lima: 3mila peruviani in processione per la festa del Senor de los milagros

La città ''invasa'' dai fedeli peruviani per la tradizionale festa del Signore dei miracoli

La processione del Senor de los milagros

La processione del Senor de los milagros

Lecco, 27 ottobre 2019 – Lecco come Lima. Oltre 3mila fedeli peruviani sono approdati quest'oggi, domenica, in città per celebrare la festa del Senor de los milagros e sfilare in processione da Pescarenico fino alla basilica di San Nicolò, accolti dal prevosto monsignor Davide Milani e da don Alberto Vitali, responsabile dell'Ufficio per la Pastorale dei migranti della diocesi di Milano. La festa risale al XVI secolo, a seguito di una serie di terremoti che hanno distrutto la capitale del Perù, lasciando però miracolosamente intatto un muro sul quale uno schiavo angolano liberato aveva dipinto l’immagine del Cristo, immediatamente divenuta oggetto di venerazione. I primi promotori dell'iniziativa sono stati gli ex schiavi angolani della Hermandad Señor del los milagros, cioè della Confraternita del Signore dei miracoli con finalità di preghiera e di mutuo aiuto: per questo l’abito di chi sfila in processione prevede un cappio al collo, che ricorda la catena di schiavitù spezzata.

La processione coinvolge milioni di persone in Perù. “Tutto il mese di ottobre è dedicato al Señor del los milagros, che attualmente è la devozione più grande nel Paese, con almeno tre grandi processioni che bloccano letteralmente Lima, la capitale spiega don Alberto Vitali -. Con il fenomeno dell’immigrazione la festa è stata portata in tutto il mondo. A Milano la Hermandad è nata spontaneamente nel 1996, mentre nel 2008 è stata riconosciuta come confraternita diocesana. Attualmente conta 217 persone, divisi in 7 quadriglie su tutto il territorio ambrosiano. La processione si tiene ogni anno in un luogo diverso e solo una volta ogni tre a Milano, con la celebrazione in Duomo”. “La processione del Señor del los milagros – prosegue il responsabili della Pastorale dei migranti - contribuisce a un arricchimento reciproco tra fedeli cattolici provenienti da diverse culture. E' una bella testimonianza portata da fratelli venuti da lontano, che ci ricorda come i due aspetti della devozione e della fraternità si congiungono in un atto di fede autentico”.