Ponte crollato ad Annone, due indagati vogliono parlare

Hanno chiesto alla Procura di essere interrogati per fornire una loro versione

La tragedia del 28 ottobre 2016

La tragedia del 28 ottobre 2016

Annone Brianza, 5 aprile 2019 - Due dei sei indagati per il crollo del ponte di Annone Brianza, che costò la vita a Claudio Bertini, hanno chiesto di essere sentiti dalla Procura di Lecco. Sono pronti a presentare una serie di documenti per chiarire la loro posizione e attraverso i loro legali hanno avanzato la richiesta al Procuratore Capo, Angelo Chiappani, e al sostituto procuratore Andrea Figoni di un incontro. A breve la Procura fisserà il calendario degli interrogatori per sentire i due tecnici.

Il 23 gennaio scorso la Procura di Lecco ha concluso le indagini inviando gli avvisi di garanzia a sei persone con le ipotesi di reato di disastro e omicidio colposo. Gli indagati per il crollo del ponte sono: Angelo Valsecchi, Andrea Sesana dirigenti della Provincia di Lecco, Giovanni Salvatore, responsabile Anas per la statale 36, Roberto Torresan,ingegnere di Busto Arsizio, che quattro anni prima del crollo del ponte di Annone elaborò un progetto per la manutenzione della infrastruttura, Eugenio Ferraris, dirigente del settore infrastrutture della Provincia di Bergamo e Silvia Garbelli, dipendente della Provincia di Bergamo. I primi tre sono indagati come responsabili dei rispettivi enti, della statale 36 o del ponte crollato, il quarto per il progetto di manutenzione dell’infrastruttura crollata e gli ultimi due per i permessi di transito sul ponte concesso al camion della ditta di trasporti della Nicoli, azienda di Albino, in provincia di Bergamo, che è crollato al passaggio del mezzo pesante. La tragedia risale alle 17.22 del 28 ottobre 2016, quando il ponte a scavalco della statale su cui correva la provinciale è franato, travolgendo e uccidendo Claudio Bertini, professore di ginnastica in pensione di 68 anni di Civate che stava tornando alla guida della sua Audi A3.

Le indagini condotte dalla Polizia Stradale hanno portato ad accertare le diverse responsabilità da parte di tecnici e dirigenti di Anas, Province di Lecco e Bergamo e un consulente esterno. Ora due indagati hanno chiesto alla Procura di essere sentiti e produrranno una ricca documentazione per essere scagionati.