
Dopo alcune ore di ricovero in osservazione al Mandic la donna è stata dimessa con una prognosi di 20 giorni
Merate (Lecco) – “È stata anche colpa mia, non dovevo farlo arrabbiare". Una donna di 42 anni, massacrata di botte in strada dal compagno, non lo ha denunciato ed è tornata a casa da lui. È successo l’altra sera, a Merate, poco dopo cena: per cominciare le urla, poi la voce sempre più grossa, gli insulti, le minacce, infine le botte, a pugni e sberle in faccia. Prima di scappare lui le ha anche scippato la borsetta con il portafogli e i documenti personali e gli occhiali, senza i quali lei ci vede poco o nulla.
I due, quando hanno cominciato a litigare, erano insieme in macchina, fermi in un parcheggio a ridosso della ex Ss 36, sul confine con Cernusco. La 42enne, italiana della zona come il suo compagno, è stata soccorsa dai volontari della Croce verde di Bosisio e dai carabinieri di Merate, allertati da alcuni passanti che hanno assistito alla scena di violenza. Dopo essere stata assistita in strada, è stata trasferita in ambulanza al Mandic: era ricoperta da una maschera di lividi e sangue, sia sul volto, sia sulle braccia. Inizialmente non voleva farsi medicare né refertare, poi i sanitari sono riusciti a convincerla a lasciarsi curare.
Dopo alcune ore di ricovero in osservazione, è stata dimessa con una prognosi di 20 giorni per trauma facciale. Salvo successivi ripensamenti nessuno è riuscito a persuaderla a denunciare chi l’ha ridotta in quel modo, nonostante i familiari e quanti le vogliono bene l’abbiamo supplicata in ogni modo, perché non sarebbe stata nemmeno la prima volta. "È stata anche colpa mia, non dovevo farlo arrabbiare - ha detto la 42enne, vittima due volte, del suo compagno e di una sorta di sindrone di Stoccolma -. Io lo amo, in fondo non è successo niente di grave".