Ospedale di Merate L’accesso al virus è tutt’altro che vietato

Allarme per l’utilizzo di green pass altrui, febbre provata in modo scorretto e uso di uscite secondarie

Ingresso libero al Covid negli ospedali lecchesi, utilizzando il green pass altrui, provando la febbre a un foglio di carta e passando dalle uscite di emergenza. Al San Leopoldo Mandic di Merate medici, infermieri, operatori sanitari, impiegati e altri professionisti della sanità pubblica per poter timbrare il cartellino devono prima effettuare la verifica automatica della certificazione verde e del rilevamento della temperatura, in modo che ne rimanga traccia sul resoconto delle presenze in turno per attestare che non si risulta essere sospesi dal lavoro perché no vax o no pass. Questo almeno è ciò che dovrebbe succedere in teoria. In realtà però per segnare di essere in regola basta scannerizzare il qr code del green pass valido di chiunque lo abbia: un collega, un amico, anche un paziente o di un qualsiasi visitatore o passante. Per la rilevazione della temperatura invece non è nemmeno necessario "chiedere in prestito" la fronte o il polso di qualcuno: è sufficiente avvicinare al sensore del termometro un foglio di carta o il tesserino da beggiare per ottenere sul monitor del sistema la scritta "yes" in colore verde che come una sorta di semaforo autorizza la successiva timbratura. Provare per credere. Ci sono inoltre diversi ingressi non presidiati e costantemente aperti da dove chiunque può accedere senza essere controllato. Lo stesso succede all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, dove porte antipanico d’emergenza che dovrebbero restare chiuse ed essere allarmate se aperte vengono invece usate come ingressi e uscite secondari. D.D.S.