Caccia al siluro: ogni rimedio è buono contro il pesce, anche le granate

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Caccia senza tregua al siluro nell’Adda. Non alla torpedine, ma al pesce. A dichiarare guerra al nuovo mostro di fiume che può arrivare a pesare fino a un quintale e divora gli altri pesci, alghe, animali protetti come gamberi autoctoni di fiume, tartarughe del posto e perfino uccelli acquatici, sono stati i vertici del Parco Adda Nord. Per stanare i siluri, che in natura non hanno avversari in grado di contenerli, catturarli ed eliminarli ci sono in acqua sommozzatori armati di fiocine, ma vengono utilizzate anche "granate stordenti" con potenti scariche elettriche che li tramortiscono e li fanno emergenza in modo che possano essere prelevati e soppressi. La caccia è in corso nel lago di Garlate, a Olginate, a Brivio, nella zona di protezione speciale del Toffo tra Brivio e Calco, a Imbersago, Robbiate, Paderno d’Adda e più a sud a Porto d’Adda, Cornate, Trezzo, Fara d’Adda, Cassano e Rivolta. "Il siluro è una specie dei bacini fluviali del mar Nero, Caspio e Baltico – spiegano dal Parco Adda -. È stato introdotto per la prima volta intorno agli anni ‘50 in Italia nel bacino del Po d cui si è diffuso velocemente.

La crescita rapida lo mette al riparo dalla predazione da parte di altri pesci o uccelli e gli permette di riprodursi relativamente presto, garantendogli un vantaggio competitivo su molte specie autoctone. Sopravvive anche a bassi di livelli di ossigenazione. È una seria minaccia per la conservazione della biodiversità degli ecosistemi in cui vive". Oltre all’elettropesca, sono stati schierati in campo, anzi in acqua, appunto anche pescatori subacquei che li stanano direttamente nei loro rifugi.

D.D.S.