Missionario lecchese ferito per l'esplosione di una mina: chi è padre Norberto Pozzi

Il religioso, 71 anni, da anni attivo in Centrafrica, rischia l’amputazione di una gamba. Era alla guida di un mezzo su cui viaggivano altre cinque persone, ora è ricoverato in ospedale

padre Norberto Pozzi

padre Norberto Pozzi

Lecco - Rischia di perdere una gamba padre Norberto Pozzi, 71 anni, finito mentre era alla guida del suo furgone sopra una mina che è esplosa ferendolo gravemente. Il missionario lombardo è originario di Lecco, ma dal 1980 si era trasferito nella Repubblica Centrafricana prima lavorando come geometra per conto della curia locale, poi dal 1995, dopo aver preso i voti, come sacerdote carmelitano. Venerdì alla guida del suo furgone insieme ad altre cinque persone stava viaggiando lungo la strada che da Bozoum porta a Bouar, poco più di un sentiero tra la foresta e i campi dove è molto facile finire vittima di sparatorie e attentati per la costante situazione di guerriglia che da anni sta dilaniando il Paese.

Il contesto

Una faida senza fine tra le forze governative del presidente Faustin-Archange Touadéra, che si avvale per la sua protezione personale dei famigerati mercenari del gruppo Wagner legati a filo doppio con il Cremlino, e i ribelli che però sono a loro volta divisi tra cattolici e musulmani e si fronteggiano tra di loro armati. Più volte le Nazioni Unite hanno denunciato la gravissima crisi che ha investito la Repubblica Centrafricana il cui sottosuolo, ricco di gas, petrolio e terre rare, fa gola anche alle nazioni vicine. Secondo un report della Nazioni Unite la metà della popolazione, 2,6 milioni di persone, rischia di morire di fame e ci sono quasi 659mila sfollati interni e altri 623mila sono stati costretti a fuggire nei vicini Camerun, Ciad e Congo. Dall’inizio del 2020 sono stati registrati 267 attacchi contro operatori umanitari che operano nelle missioni, nelle scuole e negli ospedali.

Il ruolo di padre Norberto

Insomma una vera e propria polveriera in cui da anni padre Norberto era diventato un punto di riferimento per la popolazione locale, proprio grazie al suo impegno missionario. Dopo l’esplosione il religioso è stato trasportato prima nel piccolo ospedale di Bozoum, dove i medici locali hanno effettuato diverse trasfusioni cercando di fare di tutto il possibile per salvarlo; poi grazie all’aiuto dell’Ambasciata Italiana e della Santa Sede il religioso lecchese è stato trasportato in elicottero all’ospedale della capitale, a Bangui. In base alle ultime notizie le sue condizioni sono definite stabili, ma probabilmente nelle prossime ore sarà necessario procedere con l’amputazione della gamba sinistra che ha subìto delle menomazioni gravissime in seguito all’esplosione.