Merate (Lecco) – L’ospedale di Carate è più piccolo, conta la metà dei medici e non ha un reparto di Neonatologia. Eppure all’ospedale di Carate nascono più di 700 bambini all’anno, a differenza che a Merate, dove il Punto nascita è stato chiuso perché i parti negli ultimi tre anni sono stati meno di 500. Perché? Lo ha chiesto Dario Perego, medico di famiglia con 44 anni di carriera alle spalle, ex sindaco di Merate per due mandati e ora consigliere di minoranza, durante la discussione su una mozione consiliare in difesa del San Leopoldo Mandic.
Una delle risposte, condivisa anche dal consigliere delegato di maggioranza Franco Tortorella che la mozione l’ha presentata, è che i capidipartimento degli ospedali pubblici provinciali lavorano tutti al Manzoni di Lecco e nessuno invece a Merate. Per evitare di ripetere gli errori commessi in passato dall’ex borgomastro Massimo Panzeri, che ha sempre avallato le scelte dell’ex dg dell’Asst di Lecco Paolo Favini, la richiesta unanime è d’ora in poi di analizzare bene e condividere il prossimo Poas, il Piano operativo aziendale strategico, che scriverà il futuro dell’ospedale di Merate.
La mozione, emendata, rafforzata e infine approvata, impegna inoltre il neosindaco Mattia Salvioni affinché chieda al nuovo dg Marco Trivelli: di "mantenere lo stato di Dea 1° Livello del nosocomio ovvero Pronto soccorso con gestione emergenza urgenza h24, Medicina generale, Chirurgia generale, Ortopedia e traumatologia, Cardiologia con Unità di Terapia intensiva e Cardiologia", "un tavolo operativo con i sindaci", "una campagna informativa sui servizi sanitari disponibili al Mandic", "il ripristino della navetta gratuita da e verso il presidio di Lecco con una campagna informativa adeguata".