di Daniele De Salvo Si sono concluse nel peggiore dei modi le ricerche di Raffaele Cirone, 56enne di Angera che mancava all’appello da due settimane. Ieri è stato trovato morto in fondo ad una scarpata di 200 metri lungo i tornanti della provinciale che si arrampica da Ballabio a Morterone, il paese più piccolo d’Italia, in cui è precipitato al volante della sua Nissan Juke. A individuare l’auto sono stati i familiari: sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e i vigili del fuoco del comando provinciale di Lecco che si sono calati nel baratro e nella macchina hanno rinvenuto il corpo privo di vita di Lello, come lo chiamavano tutti. Del varesotto di 56 anni si erano perse le tracce a inizio anno: un’ultima telefonata con il fratello Antonio il pomeriggio di lunedì 3 gennaio, poi solo il silenzio, anche del cellulare che non squillava più. La sera dopo, sempre più preoccupati, i parenti avevano presentato formale denuncia di scomparsa. A questo punto si è messa in moto la macchina delle ricerche, proseguita per giorni mobilitando decine di volontari oltre agli uomini del Soccorso Alpino e dei vigili del fuoco. Lo hanno cercato ininterrottamente ovunque, allargando sempre di più il cerchio, prima nella zona del Basso Verbano e d’intorni dove abitava, successivamente sulle montagne della zona, poi anche in quelle del vicino Piemonte, infine sui monti del Lecchese, verso il paesino alle pendici del Resegone dove a ogni tanto andava a camminare o a compiere qualche escursione in bicicletta. E proprio in un burrone a ridosso della strada tutta tornanti che sale fin lassù nel primo pomeriggio di mercoledì, dopo 16 interminabili e drammatici giorni di ricerche frenetiche e di speranza sempre più debole di riuscire a rintracciarlo ancora sano e salvo, i familiari sono riusciti a scorgere ...
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