Trentenne lecchese morto in Brasile: a stroncarlo un malore

Per l’autopsia il ragazzo di Montevecchia non sarebbe stato ucciso. Ma il corpo è stato ritrovato senza oggetti personali: l’ipotesi dello sciacallaggio

Marco Bonanomi

Marco Bonanomi

Montevecchia (Lecco) - Qualcuno lo ha derubato, probabilmente quando era già morto. Oltre al telefonino che continua a squillare a vuoto e al portafogli mai trovato con i documenti e i soldi, sono spariti pure la bicicletta e lo zaino di Marco Bonanomi, il 34enne di Montevecchia che a inizio febbraio è stato ritrovato cadavere sul litorale di Pontal do Paranà, cittadina del Brasile del Sud.

Gli agenti della Polizia civile del Paranà che stanno indagando sulla fine del brianzolo ipotizzano che qualcuno sia incappato nel corpo di Marco e ne abbia approfitatto per "spogliarlo" di quanto di valore indossasse, lasciandolo lì abbandonato senza lanciare l’allarme e forse anche provando a nasconderlo tra la vegetazione. Al momento si esclude infatti che Marco sia stato ucciso o anche solo aggredito. Gli investigatori propendono semmai per un malore improvviso, forse provocato da qualche sostanza proibita. Sebbene l’autopsia non abbia permesso di stabilire le cause del decesso, non risulterebbero evidenti segni di violenza. "La necroscopia si è rivelata inconcludente sulle cause del decesso, ma l’impressione del coroner che ha effettuato l’ispezione del cadavere è che non sia stata una morte violenta – riferisce il delegato degli inquirenti Carlos Alberto da Costa tramite i media locali -. Non sono state riscontrate lesioni da armi da taglio o da fuoco e per questo stiamo valutando che si sia trattata di una morte naturale. La vittima aveva trascorsi di dipendenza da droga, che però potrebbe non essere più rilevata e quindi analizzare per l’avanzato stato di decomposizione in cui è stato rivenuto il cadavere".

Il portavoce della Polizia rivela inoltre che "c’è la possibilità che la vittima avesse una bicicletta e uno zaino quando è morta, che però non sono stati trovati". Al momento non risultano comunque indagati per la morte di Marco. La moglie Juliana, transessuale del posto con cui Marco era ancora sposato nonostante lei lo avesse allontanato perché a volte diventata aggressivo e pericoloso, è stata ascoltata a lungo dagli investigatori ma avrebbe chiarito la sua posizione e tutti i dubbi sulla loro burrascosa relazione.

Marco nel 2021 era stato arrestato due volte per violenza domestiche e disturbo alla quiete pubblica e poi per aver violato il divieto di avvicinarsi a casa di Juliana, una villetta dove risiedeva pure lui. Nonostante i precedenti lei ha assicurato di essere ancora innamorata di Marco. E’ stata lei a riconoscerlo da un tatuaggio. Per chiudere definitivamente il caso ci vorranno comunque mesi secondo fonti brasiliane. Per questo non si sa neppure quando potrà essere rimpatriata la salma di Marco.