Morto a fine turno, la moglie: "Era esperto"

Osnago, il dramma del giardiniere al lavoro in un condominio. Il dolore della famiglia e del sindaco: dobbiamo azzerrare questi episodi

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di Daniele De Salvo

Aveva ormai quasi finito di lavorare Luca Blondi, il giardiniere di 50 anni compiuti a dicembre di Osnago che l’altro pomeriggio è morto a Lissone, nel giardino di un condominio dove stava potando le piante. Avrebbe dovuto solo riordinare gli attrezzi, ripulire l’area e caricare sul furgone la piccola piattaforma aerea mobile utilizzata per raggiungere gli alberi più alti prima di tornare a casa, dalla moglie Elisabetta Perego, Betti per gli amici, dal figlio Nicholas di 18 anni e dalla figlia Barbara di 20. A casa da loro, in via Roma, Luca però non è più tornato. Proprio la piattaforma mobile cingolata di cui aveva già ripiegato il braccio retrattile gli si è rovesciata addosso, travolgendo e schiacciando con tutto il suo peso, e lo ha ucciso.

Come sia potuto succedere non si sa, lo devono appurare i magistrati della Procura della Repubblica di Monza con gli agenti della Polizia locale e gli ispettori di Ats Brianza. Di certo Luca era un giardiniere esperto e pure molto prudente e scrupoloso perché sapeva che ad aspettarlo a casa c’erano, Betti, Nicholas e Barbara: "Svolgeva la professione dal 1993", racconta la moglie rimasta vedova. Era socio di un’impresa del settore di Lissone. "Non mi competono valutazioni sulle cause e su eventuali responsabilità – commenta il sindaco di Osnago Paolo Brivio, che esprime "dolore e smarrimento" –. Vorrei però unirmi all’auspicio formulato, proprio nel pomeriggio di giovedì dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di accettazione del secondo incarico presidenziale: “Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ciascuno di noi, perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita“". "È il tempo del silenzio e della riflessione – si associa la collega di Lissone Concettina Monguzzi –. Spetterà alle autorità competenti ricostruire l’esatta dinamica, individuare eventuali responsabilità, colpe, fattori tecnici, errori umani. A noi resta il dramma per una vita spezzata, amarezza e confusione davanti alla scomparsa di una persona uscita di casa per lavorare e poi non più tornata".

È la seconda vittima del lavoro lecchese in tre settimane: a metà gennaio era stata la volta di Stefano Anastasio, muratore di Casatenovo, anche lui 50enne, anche lui papà di due figli, morto in un cantiere a Besana Brianza. In mezzo c’è anche la scomparsa di Thomas Tavola, il 19enne di Colle Brianza, pure lui giardiniere, colpito da un albero che stava tagliando nel bosco di famiglia. "Purtroppo – sottolinea Mirco Scaccabarozzi, segretario generale della Cisl Monza Brianza Lecco – la tragica conta dei morti sul lavoro non subisce interruzioni. C’è pure il rischio che questi fatti drammatici vengano accettati con fatalistica rassegnazione, quasi fossero inevitabili, sacrifici comunque sopportabili. Noi possiamo ribadire per l’ennesima volta come l’unica alternativa siano un aumento delle ore di formazione riservata a lavoratrici e lavoratori e, nello stesso tempo, una forte crescita dei controlli nei luoghi di lavoro".