DANIELE DE SALVO
Cronaca

Jenny morta a 13 anni dopo lo schianto ad Abbadia: "Chi guidava è pericoloso"

Lecco, la procura motiva i domiciliari per Massimo. Anche senza patente, potrebbe rimettersi al volante

Abbadia (Lecco) – Può far ancora del male a qualcuno, come lo ha fatto a Jenny. Per questo è ai domiciliari Massimo F., il giovane di 23 anni compiuti da poco, che guidava la Bmw su cui c’era anche Jenny, la 13enne di Lecco morta dopo sei giorni di coma. Nonostante gli sia stata revocata la patente per 24 mesi, nulla e nessuno potrebbero infatti impedirgli di mettersi di nuovo al volante se lasciato a piede libero.

"Può reiterare il reato" è la spiegazione che ha dato Ezio Domenico Basso, il procurato capo della Procura della Repubblica di Lecco. "Un mero provvedimento amministrativo non impedisce di guidare ancora". Nel sangue e nelle urine di Massimo sono stati riscontrate anche tracce di droga. Cannabis in particolare. Si tratta, tuttavia, di tracce "non influenti", dovute forse a uno spinello fumato non si sa di preciso quando. Per questo il giovane è indagato “solo“ per omicidio stradale e non per omicidio stradale aggravato dalla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti: il dosaggio di sostanze proibite, che è stato riscontrato, non sarebbe stato sufficiente ad alternare le sue capacità di guida, come è stato certificato dal medico che ha eseguito le analisi.

Morte di Jenny: "Chi guidava è pericoloso"
I soccorsi dopo lo schianto sulla provinciale di Abbadia la mattina del 10 gennaio

Lo ha specificato sempre il procuratore capo. Che, tuttavia, ha anche sottolineato un altro aspetto. In base all’articolo 187 del nuovo codice della strada, infatti, non importano più la quantità di droga assunta e nemmeno quando sia stata assunta: se si sono assunti stupefacenti non si può guiare, "a prescindere da qualsiasi livello di concentrazione", allo stesso modo di quanto avviene con il consumo di alcol del tutto vietato per i neopatentanti che si mettono al volante. L’aggravante, cassata durante l’udienza preliminare, potrebbe quindi essere riproposta durante l’eventuale processo.

Massimo non guidava nemmeno sotto l’effetto di alcol: gli è stato riscontrato un tasso di 0,35, inferiore ai limiti di legge per contestare la guida in stato di ebbrezza, cioè 0,8 grammi di alcol per litro di sangue, sebbene sia stato sottoposto al test alcolemico quasi tre ore dopo l’incidente. Sul 23enne grava anche una querela per sottrazione di minore, la stessa che pende su Michele, il 19enne di Malgrate, l’altro amico che si trovava a bordo della Bmw. A sporgerla sono stati mamma Graziella Dana e papà Artur Alcani, i genitori di Jenny.