Lecco, 1 febbraio 2025 – Arresti domiciliari per Massimo. Li ha decisi il gip del tribunale per il 22enne che guidava la Bmw serie 1 finita addosso a un muretto in cemento su cui viaggiava anche Jenny, la ragazzina di 13 anni morta dopo sei giorni di coma irreversibile. A chiedere i domiciliari per Massimo è stato il procuratore capo della Procura di Lecco.

L'avvocato di fiducia del giovane si è invece opposto, perché, secondo lui, non ci sarebbero i presupposti per la misura cautelare, poiché nel frattempo a Massimo è stata sospesa la patente. Il giudice delle indagini preliminari, dopo aver esaminato il caso per alcune ore, ne ha però disposto l'arresto.
Le indagini comunque non sono concluse. Dai primi accertamenti Massimo era ubriaco e correva ad oltre 150 chilometri all'ora. Inoltre, in base a quanto si è potuto apprendere, gli investigatori stanno cercando di appurare, fra l'altro se il conducente 22enne si fosse messo alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti.
Jenny, poi, che era sul sedile posteriore, non aveva la cintura di sicurezza allacciata, una dimenticanza che probabilmente le è costata la vita. Sia Massimo, sia Michele, l'altro amico di 19 anni a bordo, si sono salvati e sono usciti praticamente incolumi dall'incidente. Resta da valutare poi proprio la posizione di Michele, il proprietario della Bmw, che però non poteva guidare perché senza patente e che per questo aveva prestato a Massimo. Sarebbe stato Michele a convincere Jenny nel cuore della notte a uscire di casa senza il permesso della mamma, che non sapeva nulla della “fuga” della figlia. Contro entrambi gli amici della figlia, mamma Graziella e papà Artur, i genitori di Jenny, hanno presentato querela per sottrazione di minore.