REDAZIONE LECCO

Molestò ragazza disabile: pensionato patteggia

L'anziano, anche lui con un deficit cognitivo, ha ammesso di aver palpeggiato la giovane mentre la stava accompagnando a casa, essendo uno degli incaricati del servizio Piedibus di Andrea Morleo

Il Tribunale di Lecco (Cardini)

Lecco, 17 luglio 2014 - Ha patteggiato una condanna di un anno e due mesi (pena sospesa) per molestie sessuali nei confronti di una ragazzina delle scuole medie, oltre all’interdizione per due anni dai pubblici uffici. Una pena accessoria decisa dal giudice Paolo Salvatore proprio in considerazione del fatto che l’uomo - S.C., 65 anni, residente in un Comune dell’hinterland lecchese - aveva ammesso di aver palpeggiato nelle parti intime una ragazzina delle medie, che lui stesso era incaricato di condurre da scuola a casa con il servizio Piedibus. Con un aggravante per nulla di poco conto, cioè il fatto che la stessa vittima - una ragazzina che risiede nel suo stesso Comune - è una disabile mentale.  Anche all'imputato, come ha voluto ricordare il suo difensore (l’avvocato Lorenzo Magni del Foro di Lecco), da tempo è stato riconosciuto un deficit cognitivo, circostanza che ha indotto il giudice a ridurre la pena sotto i due anni affinché l’uomo beneficiasse almeno della sospensione. I fatti oggetto dell’udienza di ieri si riferiscono a pochi mesi fa quando al rientro a casa dopo una normale giornata di scuola, la ragazzina aveva raccontato ai genitori di essere stata toccata da quel signore incaricato dal Comune - come peraltro accade in tutto il territorio con anziani e pensionati pronti a prestare il proprio tempo libero (gratuitamente) a favore della comunità - di accompagnare i ragazzi da casa a scuola e ritorno.

Un racconto che la ragazza ha confermato anche all’Ufficio minore della questura, che a quel punto ha voluto vederci chiaro. Così il sospettato è stato convocato di persona negli uffici di corso Promessi Sposi dove, al contrario di ogni aspettativa, ha ammesso i fatti contestati cercando anzi di minimizzare l’accaduto, forse anche per via di una scarsa comprensione della gravità del suo gesto. Sta di fatto che è giunta la segnalazione in Procura con l’apertura di un procedimento conclusosi appunto, nella mattinata di ieri, al primo piano del Palazzo di giustizia cittadino. Di fronte a un fatto del genere c’è però da chiedersi chi abbia consentito a quel pensionato di operare a fianco di minori, visto le note condizioni mentali. Un aspetto che le amministrazioni comunali dovrebbero valutare attentamente prima di affidare qualsiasi incarico, anche non retribuito.