
Il Capo dello Stato con Gianlorenzo Scaccabarozzi
Merate, 24 gennaio 2018 – Il direttore del Dipartimento di Fragilità dell'Asst di Lecco Gianlorenzo Scaccabarozzi è stato ricevuto al Quirinale dal Capo dello Stato Sergio Mattarella durante un incontro sulle Cure palliative, di fatto fondate al San Leopoldo Mandic di Merate per essere poi esportate in tutta Italia. Gianlorenzo Scaccabarozzi, che ha raccolto l'eredità medica e scientifica dell'ex primario di Rianimazione del nosocomio brianzolo Mauro Marinari, è presidente della Sezione O del Comitato tecnico-scientifico del ministero della Salute. Con lui sono saliti al Colle anche i colleghi della Società italiana di Cure palliative e della Federazione Cure palliative.
Proprio nella sua veste di presidente della Sezione 0 del Comitato tecnico-scientifico ministeriale durante il suo intervento ha evidenziato i significativi traguardi sino ad ora raggiunti, tra cui l’istituzione della specifica disciplina di Cure palliative, che ha riconosciuto la corretta dignità scientifica e professionale a un sapere patrimonio di tutti i paesi più avanzati e l’inserimento delle Cure palliative nei nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza. Sono stati anche evidenziati gli ambiti su cui è necessario intervenire per ridurre le numerose criticità che ancor oggi si legano al mondo delle Cure palliative italiane, come l’aggiornamento degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea e delle scuole di specializzazione, l’informazione adeguata al cittadino sulla possibilità di accedere alle strutture della rete in ospedale, al domicilio, in hospice, la carenza di personale medico che opera in questo ambito di cura e la necessità di un maggiore impegno per finanziare le reti locali di Cure palliative.
“Sono particolarmente lieto di incontrarvi e di esprimere l'apprezzamento e la riconoscenza per quel che fate – ha salutato gli ospiti il Presidente della Repubblica Italiana -. L'opera di coloro i quali, a vario titolo, si impegnano nelle cure palliative riflette la concezione del malato come persona concreta, e non come categoria astratta, valorizzando ciò che essa presenta di particolarità, di possibilità, di prospettive. Non si tratta soltanto di un'opera già meritevole perché capace di rendere migliore un periodo della vita, ma anche di consentire alla società di ricevere dai malati terminali quello che ancora possono dare, e questo è molto ed è fondamentale nell'equilibrio di una buona società ben organizzata”.