
Alessandra Colombo (a sinistra), presidente del Cda con altri membri del Consiglio
Merate (Lecco), 29 dicembre 2021 - Il liquidatore della municipalizzata dei servizi sociali in Brianza davanti al giudice, non per portare in tribunale i libri contabili della società pubblica a rischio fallimento, ma per diffamazione.
A querelare Ciro D’Aries, presidente del collegio dei liquidatori di Retesalute, sono stati quattro ex componenti del Cda dell’azienda speciale consortile in carica tra il 2015 e il 2019: il presidente ed ex sindaco di Robbiate Alessandro Salvioni, l’ex assessore ai Servizi alla persona Vulmaro Emilio Zanmarchi e anche lui ex presidente del Consiglio di amministrazione, Giacomo Molteni tra il resto ex direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera lecchese, Rita Bisanti e Valerio Colleoni.
I quattro si sono affidati all’avvocato Massimiliano Vivenzio, ex vicesindaco di Merate perché il liquidatore durante un’assemblea con tutti i sindaci dei paesi soci di Retesalute ha ipotizzato che i quattro potrebbero essersi intascati i soldi di Retesalute: "È impossibile sapere se hanno rubato, se hanno comprato la Ferrari, se hanno fatto le vacanze con i soldi di Retesalute".
Tra l’altro la pesante affermazione è stata riferita quando ormai era certo che nessuno si è mai intascato i soldi di Retesalute nè distratto fondi pubblici. Il buco in bilancio di Retesalute è stato infatti provocato dalle tariffe sottocosto pagate dalle amministrazioni municipali e dai rigidi meccanismi di quello che era il Patto di stabilità. Alla prima querela in "class action" dei quattro ex membri del Cda al liquidatore potrebbero seguirne altre. La vertenza è un colpo sferrato pure al sindaco di Merate Massimo Panzeri che ha scelto il liquidatore di Retesalute: sia l’ex assessore ai Servizi sociali Emilio Zanmarchi sia l’avvocato ex vicesindaco Massimiliano Vivenzio sono stati infatti suoi compagni di giunta prima che venisse eletto borgomastro.