
Vaccinazioni
Lecco, 11 gennaio 2017 – Meningite: ecco chi, come e dove deve vaccinarsi e a che prezzo. Dall'Azienda socio-sanitaria territoriale lecchese hanno messo a punto le linee guida in base al Piano nazionale di prevenzione vaccinale ed i conseguenti piani regionali.
Per quanto riguarda la prevenzione delle malattie invasive batteriche da meningococco, attualmente sono gratuitamente offerte la vaccinazione antimeningococco C nei primi 24 mesi di età, che è comunque garantita comunque fino ai 18 anni per chi non fosse stato vaccinato in precedenza), vaccinazioni antimeningococco B e ACWY per le categorie a rischio per status o patologia e la vaccinazione antimeningococco B per i nuovi nati dal 2017.
Da quest’ anno è possibile poi accedere alle vaccinazioni contro il meningococco per protezione individuale, con la formula del co-pagamento per i soggetti non inclusi nelle categorie sopra descritte. Per questo è attivo il numero unico dell'Asst provinciale prenotazioni della vaccinazione antimeningococcica in regime di co-pagamento: è lo 0341/482459, raggiungibile ogni lunedì e mercoledì, dalle 14 alle 16 e il venerdì mattina 9 alle 12.
Saranno erogate nei centri vaccinali sul territorio provinciale, a partire dalla fine del mese di gennaio, le vaccinazioni antimeningococciche per i ceppi B al costo finale di 83,291 euro, l' ACWY a 44,274 euro e il C a 20,074 euro. Il costo della prestazione sarà composto da costo del vaccino scelto e dal costo di 9,954 per la somministrazione per singola dose. Per accedere alla prestazioni vaccinali non è necessaria l’impegnativa del medico curante, ma il cittadino è caldamente invitato a confrontarsi con il proprio medico di medicina generale o col pediatra di famiglia per escludere eventuali controindicazioni o per verificare l’appartenenza ad una particolare categoria a rischio.
“Vale la pena ricordare che le fasce di popolazione per le quali il vaccino è realmente consigliato sono: adolescenti e giovani fino ai 25 anni di età, i più esposti per la frequenza di coetanei e comunità scolastiche e sportive, e i pazienti già immunodepressi e lavoratori a stretto contatto con la gente”, spiegano dall'Asst.