Merate, altri dieci posti a rischio alla Medicina del Mandic

Dopo il Pronto soccorso e il punto nascite, arriva una nuova grana

Neonati al Mandic

Neonati al Mandic

Merate, 18 gennaio 2019 - Dopo il Pronto soccorso e il punto nascite adesso tocca anche alla Medicina del Mandic. Il neo direttore generale dell’Asst provinciale Paolo Favini ha scritto una lettera al numero uno di tutta la sanità lombarda Luigi Cajazzo per chiedere di sopprimere 10 degli attuali 49 posti letto del reparto dell’ospedale di Merate per spostarli al Manzoni del capoluogo. La lettera, con protocollo 0000881/19U, è datata 8 gennaio 2019, è stata quindi scritta appena pochi giorni prima della tempesta scatenata dalla sue dichiarazioni sul rischio della chiusura al nosocomio meratese del Pronto soccorso di notte per la carenza di pazienti e dell’Ostetricia per le poche nascite. «Con la presente si chiede di trasformare 10 posti letto della Medica del presidio ospedaliero di Merate, già accreditati a contratto, allo stato attuale non attivi, in posti letto Hospice da collocare nell’ambito del presidio ospedaliero di Lecco», si legge nella missiva ufficiale. L’obiettivo dello “scippo” è dunque quello di istituire direttamente nel nosocomio del capoluogo una sorta di reparto per malati terminali che non possono essere assistiti a casa propria dagli operatori Cure palliative domiciliari, «inventate» tra l’altro a Merate.

«La Asst di Lecco ha un indice di dotazione di posti letto Hospice a contratto ogni 10.000 abitanti pari a 0,35 a fronte di un dato medio di 0,62 dell’Ats della Brianza e di 0,81 di Regione Lombardia», spiega il diggì. I 12 posti letto dell’hospice Il Nespolo di Airuno, fondato e gestito dai volontari dell’associazione Fabio Sassi, dove annualmente vengono assistite circa 200 persone, non risultano infatti più sufficienti: i pazienti terminali sono obbligati così a lunghe attesa e a trasferte fuori territorio. L’intenzione è quindi quella di agevolarli e ridurre il loro periodo di ricovero in un luogo non adatto. A farne le spese sarebbe però ancora una volta l’ospedale di Merate, ma anche Il Nespolo i cui vertici da tempo chiedono di poter assistere in convenzione più pazienti accreditati, sia per valorizzare la loro esperienza e professionalità, sia per poter continuare a garantire un servizio i cui costi attualmente vengono coperti grazie ai benefattori della Fabio Sassi.