Daniele De Salvo
Cronaca

Merate, "Il rilancio della città passa dal suo simbolo"

Parola di Giacomo Ventrice che da tempo sogna di restituire ai meratesi palazzo Prinetti, da troppi anni abbandonato e svuotato di ogni funzione

Castello Prinetti al centro della vita amministrativa, commerciale e culturale di Merate, proprio come nel X secolo, quando il maniero era abitato dall’arcivescovo milanese Ariberto d’Intimiano inventore del Carroccio, oppure a seguire nel ‘700 quando da lì passavano Corrado II il Salico, il poeta Domenico Balestrieri, il riformatore del melodramma Pietro Metastasio, il re Umberto I, Giuseppe Parini o in epoche più recenti, nell’800, quando l’onorevole Giulio Prinetti ministro del Regno ospitava le teste coronate e i politici di rango di mezza Europa. È il sogno di Giacomo Ventrice e degli altri volontari dell’associazione Castello Prinetti, che da tempo cercano di valorizzare il palazzo che con la caratteristica torre circolare, di proprietà della parrocchia centrale di Sant’Ambrogio, è il simbolo dell’intera Brianza. Nel progetto ha coinvolto ora anche i rappresentanti dei commercianti de La Nostra Mela e i volontari di diverse associazioni culturali, tra cui Pro loco, Scuola d’arte, Scuola di musica, Banda sociale con cui si è incontrato l’altra sera. "Merate si sta svuotando di attività e servizi, proprio come Castello Prinetti che è inutilizzato. È evidente che per porre fine a questo declino il rilancio della nostra città debba passare anche da un rinnovato utilizzo degli spazi, in particolare del centro storico all’interno del quale un ruolo di primo piano spetta a Castello Prinetti".

Quando nel 2015, insieme a Edoardo Zerbi e Stefano Valagussa, aveva spalancato le porte del palazzo per un evento connesso a Expo, nel cortile con il pozzo e negli antichi saloni era riuscito a portare in un solo giorno più di 1.200 persone, tra cui assessori regionali e onorevoli divenuti poi ministri e sottosegretari, come Paola De Micheli e Giancarlo Giorgetti. "Il nostro obiettivo è unire le forze, stilare un manifesto ed elaborare un progetto di varie iniziative da sottoporre agli amministratori locali e parrocchia per utilizzare e recuperare parte del castello, a cominciare dalla torre".