
Protesta davanti al centro commerciale
Merate (Lecco), 27 aprile 2015 - Millequattrocento esuberi in tutta Italia su un totale di undicimila addetti, diciannove dei quali nel punto vendita di Merate, dove lavorano duecentouno persone. A livello nazionale i tagli annunciati dai vertici di Auchan riguardano il 13% dell'organico, in città il 9. La procedura per la mobilità e i licenziamenti collettivi di massa ormai è stata avviata, insieme alla disdetta a partire da luglio dei contratti integrativi aziendali e alla soppressione della quattordicesima mensilità. Nello storico centro commerciale di Merate, il primo ad aprire i battenti in Brianza negli anni '80 quando però faceva parte del gruppo La Rinascente prima di passare nei '90 sotto la bandiera del colosso della grande distribuzione francese, il piano di ristrutturazione prevede la disoccupazione per nove unità che operano alle casse e le altre dieci negli altri reparti interni. Per sabato 9 maggio i rappresentanti sindacali hanno indetto uno sciopero, il seguito dei presidi di protesta allestiti giovedì scorso, il 16 aprile, per informare i clienti di quello che si temeva sarebbe potuto succedere e che ora si è rivelata la realtà. Quanti probabilmente rimarranno a casa sono già stati contattati dal direttore del megastore meratese, sebbene l'elenco ufficiale non sia stata ancora vidimato né divulgato.
«E' assurdo – commenta Fabrizio Bonfanti, il segretario generale della provincia di Lecco della Uil-Tucs, la federazione di categoria -. Eravamo disponibili a trattare sulla disdetta temporanea dei contratti integrativi, invece vogliono che a ripianare i debiti siano solo i lavoratori». I sindacalisti, quelli locali, come quelli nazionali, sperano di riuscire a ottenere qualche margine di manovra al tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Hanno settantacinque giorni di tempo per tentare di riprendere le difficili trattative interrotte a marzo. «E' una follia, occupazionale, sociale ed economica – prosegue Bonfanti -. Molti reparti rimangono attivi a orario ridotti, alla barriera delle casse si formano sempre lunghe code, non è pensabile di reggere la concorrenza degli altri supermercati della zona in simili condizioni».
Nella documentazione consegnata relativa agli esuberi, una cinquantina di pagine fitte fitte, vengono analizzati uno per uno tutti i negozi di tutti i paesi. Solo nel fascicolo relativo a quello di Cinisello Balsamo, provincia di Milano, non vi è traccia di tagli: «Ma probabilmente rimarrà chiuso per due anni per interventi di ristrutturazione, il personale verrà ridistribuito altrove, anche a Merate». A Merate tra l'altro è stato appena ultimato un progetto di ampliamento di circa 2mila metri quadrati tra superficie di vendita e magazzini. «In cambio delle autorizzazioni dall'Amministrazione comunale hanno chiesto e ottenuto la sistemazione della viabilità del comparto e la realizzazione di una nuova pista di atletica – riferisce il funzionario sindacale -. Ci siamo appellati al sindaco perché privilegiasse l'occupazione invece che la contropartita delle opere pubbliche, ma non si è degnato neppure di risponderci.Anche i quindici commessi del Coin di Lecco subiranno la medesima sorte perché l'esercizio della centralissima via Roma verrà smantellato. La notizia era nell'aria ma pure per loro la conferma è giunta solo in data odierna. L'ipotesi di un possibile reinserimento in altri negozi della catena veneta del circondario pare definitivamente naufragata.