
Bimbi a Merate
Merate (Lecco), 3 marzo 2019 - Su trentadue bambine e bambini ventotto hanno nomi e cognomi di origine straniera. Dei 32 piccoli alunni in lista per iscriversi il prossimo anno alla scuola materna comunale di Merate di viale Giuseppe Verdi solo in 4 hanno infatti nomi e cognomi marcatamente di origine italiana, cioè tra il 12 e il 13%. Per scorgere un “brianzolissimo” Comi bisogna scorrere l’elenco fino alla dodicesima riga, per un italico Baldanza fino alla diciottesima, poi ci sono un Cogliati in venticinquesima posizione e un Trabocchi subito dopo, alla riga ventisei.
Gli altri – cioè il restante 87% - rilevano tutti una provenienza dall’estero, dal Medio Oriente, al Sud America, all’Asia, all’Est Europa. Non significa che si tratta necessariamente di stranieri, molti dei 28 sono verosimilmente italiani o nati in Italia, semplicemente, stando almeno a come si chiamano, è molto probabile che uno dei genitori sia arrivato magari da tempo in Italia da un altro Paese. «Credo sia segno dei tempi, della demografia e della società», spiega e commenta l’assessore all’Istruzione Silvia Sesana. La graduatoria è stata stilata in base ad alcuni parametri, come la residenza, fratelli o sorelle già iscritte all’Istituto comprensivo statale cittadino, la situazione economica eventualmente disagiata e la situazione monoparentale.
«Nel contempo però ritengo che i numeri testimonino l’impegno dei docenti per favorire un reale percorso di integrazione e inclusione laddove sia necessario – prosegue l’assessore -. Molto dipende inoltre dal passaparola tra i genitori: essendo quella una scuola dell’infanzia pubblica ad esempio è scelta da quanti credono in confessioni religiose diverse da quella cattolica, poiché gli istituti paritari presenti sul territorio, oltre a richiedere il pagamento di una retta di frequenza, sono invece di ispirazione cristiana». All’altra materna comunale, quella di Sartirana, zona considerata “in” della città, su 25 bimbi in graduatoria gli iscritti con generalità non tradizionalmente italiane sono però di contro solo 6, meno del 35%. «Ciò su cui bisogna riflettere a mio avviso non riguarda prioritariamente le statistiche sui nomi e cognomi di origine straniera, molti dei bambini che li portano sono italiani a tutti gli effetti e la loro provenienza non deve inoltre costituire una discriminante – prosegue Silvia Sesana -. Semmai bisogna considerare che nel 2018 i nuovi nati sono stati appena una novantina, significa potenzialmente massimo tre o quattro future classi di scuola».