Mandello, stanno meglio i tecnici del Cnsas feriti: stavano soccorrendo tre escursionisti

Appello dei volontari del Soccorso alpino al senso di responsabilità dei cittadini

Il quad nella scarpata

Il quad nella scarpata

Mandello del Lario (Lecco) - Stanno meglio i tre volontari del Soccorso alpino che nella notte sono rimasti feriti in un incidente in quad per correre a soccorrere altri tre giovani escursionisti. Sono una soccorritrice di 31 anni, che è anche un'infermiera, che è stata ricoverata in ospedale al San Gerardo di Monza dove è stata trasferita dai sanitari dell'eliambulanza di Como, un soccorritore di 41 anni che invece è stato portato con l'eliambulanza di Sondrio al Circolo di Varese e un terzo soccorritore portato invece in ambulanza all'Alessandro Manzoni di Lecco.

L'incidente

I tre soccorritori feriti fanno parte della stazione del Soccorso alpino di Lecco. I tre sono stati allertati martedì sera. Stavano raggiungendo tre giovani escursionisti in difficoltà di 24, 25, 26 anni sopresi dal buio in Grignetta, vicino al rifugio Elisa. I tre erano in sella ad un quad in dotazione ai tecnici del Soccorso alpino. A causa della scarsa visibilità e del terreno accidentato, si sono ribaltatati e sono stati sbalzati dal mezzo in una scarpata. Nonostante i traumi subiti, sono riusciti a raggiungere il sentiero da soli e lanciare l'allarme.

I soccorsi

Sono stati subito soccorsi dagli altri colleghi del Soccorso alpino, insieme ai vigili del fuoco che hanno pure recuperato il quad dalla scarpata, ai sanitari di Areu di un'automedica, un'autoinfermieristica e due eliambulanze, e ai carabinieri. Sono stati valutati, condizionati, imbarellati e immobilizzati con appositi materassini a pressione, poi sono stati evacuati e trasferiti in ospedale. Nel frattempo sono stati raggiunti e accompagnati incolumi a valla pure i tre escursionisti in difficoltà.

L'appello alla prudenza

“Un grande e sentito ringraziamento a tutte le persone intervenute”, ringraziano dal Soccorso alpino. “Quanto accaduto merita una riflessione su quello che sussiste dietro un’operazione di soccorso: un consistente movimento di persone, di mezzi, la loro complessa organizzazione e il fatto che i rischi anche per i soccorritori possono presentarsi in ogni momenti – aggiungono dal Cnsas lombardo -. Il senso di responsabilità dei cittadini è parte integrante di tutto questo sistema, per questo insistiamo con gli appelli alla prudenza e alla consapevolezza dell’andare in montagna”.