Olginate, tensione ai cancelli della Maggi: l’azienda rischia il fallimento

Scioperano i 54 lavoratori che temono anche per il Tfr non accantonato

Lo sciopero alla Maggi Catene

Lo sciopero alla Maggi Catene

Olginate, 13 narzo 2019 - Le tute blu al lavoro nell’azienda dell’ex numero uno di Confindustria di Lecco e attuale presidente nazionale di Assofondipensione sono in sciopero da ieri perché i vertici della Maggi Catene di Olginate, tra cui appunto anche l’ex presidente degli industriali lecchesi Giovanni Maggi ora, non hanno versato né accantonato dal 2013 in poi milioni e milioni di euro destinati al Tfr dei dipendenti. Ora che la storica società fondata nel 1925 è sull’orlo del fallimento a pochi anni dal traguardo del secolo perché sommersa da debiti senza una prospettiva di ripresa, i lavoratori, che vantano pure il pagamento di alcune mensilità arretrate, rischiano così di non riuscire a percepire nemmeno il trattamento di fine rapporto, se non un misero 27% di quanto in realtà spetterebbe loro, poiché, nell’ambito del concordato preventivo in fase di valutazione, non sono considerati creditori privilegiati, ma chirografi, quindi, in caso di recupero di liquidità, i soldi andrebbero prima ad altri.

Il danno e la beffa insomma, con l’ulteriore paradosso che la crisi si sta consumando nell’azienda di famiglia di chi è stato appunto il rappresentante degli imprenditori locali ed è tutt’ora a capo dell’associazione dei fondi pensionistici. Ora sono 54 i dipendenti superstiti della Spa olginatese: molti se ne sono già andati appena ne hanno avuto l’occasione, mentre è previsto nel piano di riorganizzazione l’esodo di un’altra ventina di unità, poiché per le catene da neve pare non esserci più mercato. «Oltre a martedì, scioperiamo quest’oggi e anche domani, quando è in programma un incontro a Confindustria – spiega Marco Oreggia della Fim Cisl, insieme ad Elena Rosi della Fiom Cgil e Enrico Azzaro della Uil -. Vogliamo che il piano concordatario sia modificato e garanzie per tutti i dipendenti». Al presidio ai cancelli della Maggi Catene si è fatto vivo pure il sindaco Marco Passoni per testimoniare solidarietà ai dipendenti in picchetto. Domani si svolgerà appunto un incontro in Confindustria in vista dell’imminente adunanza dei creditori del 18 aprile. Nonostante la situazione i sindacalisti e gli stessi lavoratori continuano a credere in un rilancio: «Quello della Maggi Catene è un marchio importante con una storia importante che può e deve proseguire».