Il lupo del Curone è sparito nel nulla: dopo il lockdown ha scelto la libertà

Per un anno e mezzo il predatore ha vissuto ai piedi di Montevecchia, ma ultimamente era impossibile cacciare

Addio al lupo del Parco del Curone

Addio al lupo del Parco del Curone

Montevecchia (Lecco) - Il lupo non c’è più . Come è arrivato, cosi se n’è andato dai boschi della Brianza l’esemplare solitario in avanscoperta che durante il primo lockdown aveva scelto come terreno di caccia la valle Santa Croce a Missaglia, all’interno del Parco regionale regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, dove ha anche attaccato e sbranato a più riprese un gregge di pecore al pascolo. "Non è stata più riscontrata", spiega il presidente del Parco della Valcurone che conferma che il lupo non è più di casa. "Purtroppo", aggiunge, palesando il rammarico che una bestia tanto selvaggia abbia abbandonato forse per sempre il "giardino di Milano". Per convincerlo a cambiare area è bastato installare apposite barriere anti-lupo per impedire di approvvigionarsi di carne fresca: solitamente i recinti tradizionali servono per non far scappare le pecore o gli altri animali che si allevano, mentre quelli anti-lupo sono realizzati per non far entrare i lupi appunto.

"Una volta chiuso il suo supermercato non ha trovato altro da magiare – ironizza Marco Molgora -. Gli esperti ci avevano avvisato che senza possibilità di cibo non sarebbe rimasto qui a lungo". Certezze sulla sua provenienza e quindi su dove sia tornato non ci sono: i suoi passaggi sono stati talmente fugaci che i carabinieri della Forestale che hanno tentato di mettersi sulle sue tracce non hanno avuto modo di marcarlo. "Probabilmente arrivava da un branco dell’Alto Lago, oppure dalla zona del Ticino, più difficilmente dalla Valcamonica – prosegue il presidente del Parco di Montevecchia -. È giunto qui sfruttando l’assenza di traffico per il lockdown, ma nelle nostre zone non avrebbe abbastanza spazio e non disporrebbe neanche di prede allo stato brado sufficienti a parte qualche capriolo sul Monte di Brianza". E proprio sulle pendici del Monte di Brianza è stato avvistato ormai alla metà del secolo scorso l’ultimo lupo "brianzolo" che fu ucciso a fucilate. Fortunatamente quei tempi sono cessati, il lupo ora è protetto e sta tornando a occupare le aree da cui è stato cacciato.

«Il lupo è presente in Lombardia con due due branchi stanziali nell’Alto Lario e nell’alta Valle Camonica, oltre che con presenze sporadiche in Valtellina e Oltrepò pavese – conferma l’assessore regionale ad Ambiente e clima Raffaele Cattaneo -. Un aumento negli ultimi anni che non comporta però una situazione di criticità e e stiamo lavorando perché ciò non avvenga". Negli ultimi dieci anni del resto sono stati registrati in tutto solo 44 casi di indennizzi da predazione di lupo per poche decine di migliaia di euro.