
Dal 21 marzo 2015 il Giglio, ex pizzeria anch’essa dei soliti picciotti della ‘ndrangheta,. è diventata un centro di aggregazione per anziani
Era “cosa loro“, ora è di tutti. Diventerà la casa di studenti fuori sede, neolaureati e giovani lavoratori a inizio carriera. È un immobile confiscato ai soliti picciotti della ‘ndrangheta. Si trova a Olate, rione di Lecco. Si tratta di un’abitazione al quarto piano e di un sottotetto di una palazzina. Nei giorni scorsi i funzionari della Anbsc, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, l’hanno assegnato ai lecchesi. L’annuncio venerdì scorso, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie. A darlo Emanuele Manzoni, assessore al Welfare di Lecco. "Non poteva esserci una data migliore – le sue parole – per annunciare il recupero di un altro immobile sottratto alla criminalità organizzata. È un progetto dall’alto significato simbolico e valoriale, con cui daremo una piccola ma concreta risposto al bisogno enorme dei giovani studenti e lavoratori di trovare una sistemazione temporanea in città".
Il 21 marzo a Lecco si è festeggiato pure il decimo compleanno del Giglio, un’ex pizzeria anch’essa dei soliti picciotti della ‘ndrangheta, che dal 2015 è un centro di aggregazione per anziani. Alla festa di compleanno hanno partecipato in tanti. Tra gli ospiti anche chi ha trasformato il Giglio in simbolo di riscatto e di vittoria dei cittadini onesti, come il sindaco dell’epoca Virginio Brivio e l’ex assessore ai Servizi sociali Ivano Donato, l’allora presidente del consorzio Consolida Gabriele Marinoni, l’ex presidente di Fondazione Cariplo Mario Romano Negri... "Accanto alla mafia c’è un altro pericolo, più insidioso perché subdolo, la mafiosità – il commento per l’occasione del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni -. È quella zona grigia che ognuno di noi rischia di incontrare nella vita di ogni giorno, quella mentalità che nasce da una cultura dell’indifferenza, della negazione o perfino della complicità, capace di condurre a comportamenti se non illegali di certo lontani dai principi dell’etica e del bene comune". Una zona grigia in cui a Lecco hanno sconfinato anche diversi amministratori pubblici. A Lecco, terra di ‘ndrangheta al Nord ma anche di antimafia, sono ora sei i beni confiscati assegnati per uso sociale.