
di Daniele De Salvo
Settemila assunzioni in tre mesi. Gli esperti di Anpa, Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, stimano che tra agosto e ottobre in provincia di Lecco si concretizzino 6.970 nuovi contratti di lavoro, 140 in più rispetto allo stesso trimestre del 2022. Non si tratta però di posti fissi, il 70% sono a termine. E riguardano soprattutto posizioni poco qualificanti, per le quali non è necessario aver studiato. La maggior parte dei prescelti – circa il 55% - sono previsti nel settore dei servizi: 790 nel commercio, 810 nella ristorazione e del turismo, 760 nei servizi alle imprese, 1.620 nell’ambito dell’assistenza alle persone; gli altri nell’industria, con 2.990 assunzioni nel manifatturiero e nel public utilities 2.990 e 489 nell’edilizia. Le entrate previste si concentreranno per quasi il 60% dei casi nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Industriali, imprenditori, artigiani e commercianti contano che un assunto si tre sia straniero immigrato. Nel contempo si lamentano che in 60 casi su 100 faticano a trovare i profili desiderati. "Oltre al peso dei contratti a tempo determinato e la quota degli avviamenti con contratto di somministrazione, aumenta anche quella degli ingressi per cui il possesso di un titolo di studio superiore all’obbligo non è ritenuto necessario – analizza e commenta Mirco Scaccabarozzi, segretario generale della Cisl di Monza Brianza e Lecco -. E’ un elemento di ulteriore preoccupazione, poiché, unitamente alla ridotta qualità dell’occupazione, lo squilibrio fra domanda e offerta di lavoro, presente da tempo nel Lecchese, è andato crescendo. Gli aspetti quantitativi, con un’offerta di neodiplomati inferiore alle richieste, si sono sommati a quelli qualitativi, con competenze non sempre adeguate alla necessità". La questione e le riflessioni del lavoro e del mercato del lavoro sono molteplici e complesse: diseguaglianze crescenti, fisco, previdenza, disoccupazione giovanile e femminile, sicurezza, solo 433 contratti applicati sui 930 depositati negli archivi del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro... "Le questioni aperte sono molteplici – conferma Scaccabarozzi -. Vanno però affrontate in maniera coordinata".