La città dove il caro-vita picchia di più in Lombardia non è Milano. È Lecco, una dei più piccoli capoluoghi di provincia. Ad agosto l’inflazione annua è salita dell’1,3%, che si traduce in una media di 341 euro di rincari a famiglia. È il prezzo del turismo, ma anche della scienza. Nel 2023 la città dell’infanzia di Alessandro Manzoni e dei Promessi sposi su quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno ha accolto 75mila turisti, una volta e mezzo il numero di quanti a Lecco ci abitano. "Lecco si è scoperta una città turistica e molti hanno messo in affitto appartamenti, che già scarseggiano – spiega Alfredo Licini, presidente di Federconsumatori della Cgil di Lecco -. A far lievitare ulteriormente il costo degli affitti ci sono anche gli studenti e i ricercatori del Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano. Il risultato è stato un aumento dei prezzi, non solo degli affitti, ma di tutto, anche dei generi di prima necessità. Purtroppo molti se ne approfittano e questo non va bene, ma non ci sono molti strumenti per intervenire e calmierare la situazione, certamente non a disposizione degli amministratori locali".
Lecco è sempre stata una città abbastanza cara: "Storicamente la disoccupazione quasi non esiste o non esisteva e inoltre gli stipendi, e di conseguenza le pensioni, erano abbastanza alti rispetto ad altre città – analizza sempre il presidente di Federconsumatori Lecco -. Ciò ha contribuito a prezzi generalmente più alti che altrove. Il problema è che, rispetto a una quindicina di anni fa, stipendi e pensioni valgono di meno, perché non sono stati adeguati, mentre il costo della vita ha continuato ad aumentare. Il rischio è che Lecco, come tutte le città e soprattutto quelle turistiche come lo è diventata questa, si spopoli: i lecchesi sono obbligati a cercare casa altrove, dove ci sono e dove il costo della vita è più accessibile".
D.D.S.