
Ospedale
Lecco, 28 maggio 2018 – Dal 2013 al 2017 gli operatori del del Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze dell’Asst di Lecco hanno assistito 160 persone con un percorso individuale e il 42% di loro ha trovato un posto di lavoro. Dal 2012 in poi i componenti dell'Efal, Equipe funzionale area lavoro del Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze dell'Azienda socio sanitaria territoriale provinciale, specializzati nel settore della riabilitazione socio-lavorativa, a fianco dei tradizionali percorsi di tirocinio a supporto dei pazienti con patologia psichiatrica, hanno introdotto la la metodologia Ips, cioè Individual placement support, ovvero un supporto individualizzato nella ricerca di un impiego.
Il progetto ha coinvolto pazienti dei Centri psico-sociali di Lecco, Merate, e Bellano di età inferiore ai 40 anni e in situazioni di incertezza rispetto al proprio futuro formativo e professionale, con o senza esperienze lavorative precedenti. La metodologia Ips trae le sue origini dalla convinzione che la persona con patologia psichiatrica debba essere protagonista del suo percorso di cura, volto a recuperare un ruolo attivo nella società, a partire non dai deficit bensì dalle risorse, dagli interessi, dalle motivazioni personali del singolo. Queste rappresentano un criterio fondamentale per essere ammessi al percorso, durante il quale gli operatori del servizio accompagnano il paziente pur rimanendo “dietro le quinte”, punto di riferimento importante con il quale confrontarsi, prepararsi in vista di un colloquio, valutarsi e prevenire eventuali problematiche, affiancando il soggetto anche una volta che questi ha trovato lavoro, affinché il supporto sia finalizzato al mantenimento della posizione ottenuta.
“Il percorso non ha un costo per le persone che ne usufruiscono e non prevede costi aggiuntivi per il Servizio sanitario, dal momento che gli utenti non ottengono alcun compenso economico, al di là del loro stipendio, una volta trovato l’impiego - spiega Sara Butti, educatrice dell’equipe Efal -. I risultati parlano chiaro: la metodologia Ips consente anche a persone con patologie psichiatriche importanti, di cercare, ottenere e mantenere un lavoro competitivo. Il metodo, nato negli Stati Uniti e diffusosi in molti Paesi, si è rivelato decisamente efficace sul fronte dei risultati lavorativi: la percentuale di utenti che ottiene un impiego competitivo è pari al 55% contro il 23% degli interventi con cui è stato comparato e questo indipendentemente dalla gravità della diagnosi, dal livello di istruzione, dal retroterra socio-culturale etnico e razziale e dalla storia lavorativa, come dimostrano studi scientifici sul tema. Sono stati inoltre registrati benefici al di là della sfera lavorativa, quali il miglioramento dei sintomi, della qualità della vita, la riduzione del tasso di ospedalizzazione e del numero dei ricoveri”.
In linea con lo scenario emerso a livello internazionale, anche l’esperienza lecchese: dal 2013 al 2017 sono state seguite con la metodologia Ips 160 persone e il 42% di queste ha trovato un lavoro competitivo. Diversificati sono i contesti lavorativi nei quali le persone hanno trovato occupazione: ristorazione, assistenza, industria e settore impiegatizio i principali ambiti. Variegate anche le tipologie di contratto ottenute, in linea con le offerte dell’attuale mercato del lavoro.