
I laureati al Politecnico di Lecco
Lecco, 25 febbraio 2016 - «Nè Campari né spriz, ubriachi di Jiz». Uno striscione apparso nell’aula magna del polo territoriale lecchese del Politecnico di Milano sintetizza tutta la goliardia dopo anni di studio «matto e disperatissimo». Così, mentre la professoressa Monica Papini nel pomeriggio di ieri ha proclamato nuovi ingegneri, gli amici e i parenti dei giovani hanno festeggiato. Chi con grandi applausi, chi con urletti e altri, i più estrosi, addirittura con uno striscione e un coro.
Sono 30 i laureati sfornati dal polo lecchese; venti in Ingegneria Civile e Ambientale, dieci in Ingegneria della Produzione industriale. «Sono contentissima – racconta Alice Francescone, 22 anni di Abbadia Lariana – sono uscita con il voto di 93/110 e mi posso dire soddisfatta». Per lei, ingegnere civile e ambientale, ora ci sarà un momento di festa, ma il suo pensiero va già al prossimo corso di studi.
«Ho già iniziato a seguire le lezioni di Civil engineering for Risk mitigation, sempre a Lecco – spiega –. Ora voglio specializzarmi in questi due anni e poi trovare lavoro. Ma prima devo pensare a studiare». Chi invece si butterà subito alla ricerca di un impiego è Andrea Frigerio, da Civate, che proprio ieri ha compiuto 27 anni. «Mi concedo una doppia festa – afferma –: laurearsi è un ottimo regalo. Poi cercherò un’occupazione consona a ciò che ho studiato». Anche lui ingegnere civile ambientale, ora si darà alla stampa dei curricula. «Per gli studenti deve essere motivo di orgoglio laurearsi qui – spiega Giancarlo Giudici, coordinatore del corso di Ingegneria di Produzione industriale – è un percorso difficile, ma che può portare a grandi soddisfazioni nella vita».
Il polo lecchese inoltre è all’avanguardia nel panorama universitario. All’interno del campus sono infatti presenti sette Istituti del Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche. Si tratta dell’Istituto per l’energia e le interfasi (Ieni), Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm), Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn), Istituto nazionale di ottica (Ino), Istituto nazionale per studi ed esperienze di architettura navale (Insean), Istituto polimeri e compositi biomedicali (Ipcb) e Istituto di tecnologie industriali e automazione (Itia). I giovani che studiano in via Previati arrivano non sono dall’hinterland lecchese, ma anche dal resto della Lombardia e da altre nazioni, come Cina, Iran, e Argentina.