Bellano, condannato il pescatore violento

Prese a bastonate gli agenti che l’avevano sorpreso con gli agoni di frodo

Un pescatore sul lago

Un pescatore sul lago

Bellano, 8 gennaio 2019 - Pescatore di frodo condannato a 9 mesi per aver ferito a colpi di bastone un agente della polizia provinciale che lo aveva scoperto in attività illecita sul Lario. I fatti risalgono al 12 giugno 2015, quando Paolo Balbiani, 54 anni, di Primaluna, e un suo amico residente a Bellano vennero sorpresi nella località Oro di Bellano a pescare con tanto di reti in acqua e con diversi chili di agoni sulla barca. I due pescatori, colti di sorpresa da parte di quattro guardapesca, Aurelio Bertarini, Mario Bandera, Alessandro Crepaldi e Vincenzo Mandelli, non si arresero e – grazie all’oscurità, erano circa le 23.20 – fuggirono. Prima di tornare a riva Paolo Balbiani, con un bastone, ferì Alessandro Crepaldi che venne medicato al pronto soccorso di Bellano con una prognosi di 7 giorni.

I guardapesca avvisarono i carabinieri di Bellano che, poco dopo l’episodio, fermarono i due «predatori» di agoni al parcheggio della località Oro di Bellano e sull’auto – una Fiat Panda - trovarono una decina di chili di agoni che vennero sequestrati e successivamente – su ordine della Procura di Lecco – donati all’opera don Guanella. Nei guai finì Paolo Balbiani, pescatore già conosciuto per le scorribande sul lago e attività in periodi vietati (da maggio a metà giugno) quando vengono deposte le uova per la riproduzione. Il 54enne valsassinese, difeso dall’avvocato Ruggero Panzeri, imputato per lesioni personali aggravate, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale non si è però presentato in aula. Ieri nell’ultima udienza del processo il viceprocuratore onorario Mattia Mascaro ha ripercorso la vicenda e ha chiesto 6 mesi di pena nei confronti del pescatore. L’avvocato Ottaviano Mussumeci ha chiesto oltre alla condanna un risarcimento di 10mila euro e il pagamento delle spese processuali, mentre l’avvocato Ruggero Panzeri ha puntato sulle attenuanti generiche e una sanzione amministrativa. Il giudice Maria Chiara Arrighi inflitto una pena di 9 mesi, tre in più della richiesta dell’accusa, il pagamento delle spese processuali e il risarcimento che dovrà essere stabilito in sede civile.