
L'ingresso della storica fabbrica della Lucchini è ora passata ai gruppi Duferco-Feralpi
Lecco, 9 aprile 2015 - Soddisfatti sindaco, amministratori locali e sindacati. Ieri hanno seguito l’incontro in via Caprera, nella sede di Confindustria Lecco, dove è stato svelato il piano di rilancio dello storico laminatoio Arlenico-Caleotto. Infatti venti milioni di euro per far rinascere il laminatoio ex-Lucchini di Lecco, in amministrazione straordinaria dallo scorso settembre.
Una fabbrica che viene da lontano, fondata nel 1896 da 29 imprenditori lecchesi che iniziarono a produrre vergella per il territorio e lo scorso secolo dvienne un punto di riferimento a livello nazionale. Il primo passo è il rilancio dell’azienda, il secondo è la riassunzione di tutti i lavoratori, il terzo è l’ambizioso progetto di quadruplicare la propduzione entro il 2019. Il rilancio passa dall’acquisizione dello stabilimento di via Arlenico da parte della newco Caleotto (50% Duferco e 50% Feralpi) che lo scorso 18 marzo ha sottoscritto l’accordo con il gruppo Lucchini e che attualmente attende il via libera dell’antitrust Ue. Le prime lavorazioni potranno uscire dalla fabbrica a metà maggio. L’operazione è stata presentata dal presidente di Feralpi e di Caleotto Giuseppe Pasini e da Antonio Gozzi, amministratore delegato di Duferco e presidente di Federacciai (Confindustria). All’evento, particolarmente importante per la città, hanno partecipato il presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi, il presidente della Camera di Commercio Vico Valassi, imprenditori lecchesi, il sindaco Virginio Brivio ed il vicepresidente della Provincia, Giuseppe Scaccabarozzi.
Giovanni Maggi ha ricordato come «la provincia di Lecco è la più industriale d’Italia, con oltre il 42% del Pil derivante dal settore manifatturiero». L’obiettivo dei nuovi azionisti, che forniranno la materia prima proveniente dai forni Duferco di San Zeno (Brescia) e Feralpi di Calvisano (Brescia), è produrre 70mila tonnellate a fine anno, 180mila a fine 2016 e 300mila nel 2019, pari al 10% del mercato italiano. Caleotto è proprietaria dell’edificio di circa 96 mila metri quadri, mentre gli impianti fanno capo alla controllata Arlenico. Antonio Gozzi ha annunciato che «vogliamo essere lecchesi tra i lecchesi, come facciamo sempre quando siamo presenti in una società come soggetto industriale».
«L’acquisizione dello storico laminatoio di Lecco - ha aggiunto Pasini - ci consente di diversificare ulteriormente la nostra produzione, investendo in un territorio dove non eravamo presenti, a meno 40 chilometri dai nostri clienti». Secondo Gozzi, la ripresa della produzione dell’impianto, fino a ieri in amministrazione straordinaria, «rappresenta un segnale positivo per l’industria nazionale, con investimenti previsti di cinque milioni di euro in cinque anni e il completo reinserimento dei 74 dipendenti della ex Lucchini, che da settembre erano in cassa integrazione». Per entrambi i gruppi siderurgici poi Caleotto è l’opportunità per «completare la gamma verso i semilavorati di qualità, arginando l’attuale crisi del settore dell’edilizia».