Investito da un 'pirata': Gioele muore a sette anni

Travolto sul marciapiede con madre e sorella, la sua agonia è durata cinque giorni. Il responsabile dell’incidente si è finto a sua volta vittima. Denunciato, è sparito

Il piccolo Gioele Petza

Il piccolo Gioele Petza

Cernusco Lombardone (Lecco) - "Il nostro piccolo Gioele è volato in cielo". Ad annunciare con grande compostezza la morte del bambino di 7 anni di Cernusco Lombardone, nel Lecchese, investito giovedì scorso su un marciapiede di fronte alla caserma dei pompieri di Merate, è stato nel primo pomeriggio di ieri il papà, Massimiliano Petza: "Adesso è il nostro angelo custode". Ma Gioele non è diventato solo l’angioletto del papà, della sua sorella dodicenne Giorgia e di mamma Jenny, travolte anche loro insieme a lui sul marciapiede mentre lo stavano accompagnando alla sua prima lezione di prova di karate. Gioele è diventato anche l’angelo custode di altri bimbi che nemmeno conosceva. Nonostante il momento di grande dolore, infatti, i genitori hanno da subito acconsentito alla donazione dei suoi organi: "Vogliamo che in qualche modo una parte del nostro Gioele continui a vivere attraverso le persone che ci auguriamo possa aiutare a salvare", conferma papà Massimiliano.

I medici e gli altri operatori sanitari della Terapia intensiva pediatrica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno tentato il possibile per stabilizzare Gioiele e strapparlo dal tunnel buio del coma irreversibile in cui era piombato subito dopo l’incidente senza mai più riprendersi. Martedì in mattinata, però, con la mamma e il papà hanno stabilito che non era più possibile procrastinare oltre perché sarebbe stato solo accanimento terapeutico.

Insieme hanno così deciso di spegnere il respiratore e le altre apparecchiature cliniche che ancora tenevano in vita artificialmente Gioele. Mamma Jenny, papà Massimiliano, la sua sorellona Giorgia sono rimasti accanto a lui fino all’ultimo prima di tornare nella casa di via San Dionigi, a ridosso della linea ferroviaria Milano–Lecco e attaccata alla vecchia chiesa, che adesso è così vuota e silenziosa senza Gioele, che da grande voleva diventare un batterista. 

"Sapevano che sarebbe stato difficile e solo un miracolo avrebbe potuto restituircelo, ma per quanto abbiamo cercato di prepararci non si può mai essere pronti alla perdita di un figlio – confida il papà –. Ringraziamo le tantissime persone che ci stanno accanto e che mai ci saremmo aspettati di incontrare per il sostegno e il conforto che ci stanno regalando". La data del funerale di Gioele al momento non è stata ancora fissata. Intanto la denuncia a carico del pakistano di 39 anni di Carnate che al volante della sua Fiat Punto è piombato addosso a Gioiele è stata trasformata da lesioni gravissime ad omicidio colposo. Inizialmente l’automobilista - che ora risulta irrintracciabile - aveva riferito che era stata tutta colpa di un pirata della strada, invece a provocare l’incidente costato la vita a Gioele è stato proprio lui.