Civate (Lecco) -
"È nell’aria ancora il tuo profumo, dolce, caldo, morbido, come questa sera, mentre tu non ci sei più...". Sono state le parole e le note del brano "Canzone" del 1982 di Vasco Rossi ad accompagnare nel suo ultimo viaggio Sara Ghislanzoni, la 40enne di Civate morta pochi giorni dopo aver partorito la sua seconda figlia Sole, che non ha nemmeno potuto tenere in braccio un istante. Vasco Rossi era infatti il suo cantante preferito, aveva anche il suo nome tatuato sulla pelle "Non c’è amore più grande di questo: dare la vita – ha invece commentato durante l’omelia il parroco don Gianni De Micheli, che ieri mattina nella prepositurale del paese ha celebrato il funerale, citando un passaggio del Vangelo di Giovanni proposto durante le Letture a messa -. Ci vuole molto per imparare a donare la vita... e non si tratta soltanto di affrontare una gravidanza". Durante il rito di commiato sono stati letti anche molti altri messaggi. Quelli scritti da chi l’ha amata e le era amico, perché in tanti hanno voluto partecipare all’estremo saluto e stringersi attorno alla sua primogenita Giorgia, al compagno Christian, alla mamma Carla e ai tre fratelli. La piccola Sole invece non c’era, sebbene stia bene e risulti fuori pericolo, al momento resta ricoverata per precauzione in osservazione nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco. Per salvarla, dopo un tracollo delle condizioni di salute della madre mentre si trovava in vacanza in Valtellina, gli specialisti della Tin del presidio lecchese, che già avevano programmato il parto a fine agosto, hanno dovuto praticare un cesareo d’urgenza e farla nascere alla 35esima settimana di gestazione, tra l’ottavo e il nono mese, leggermente in anticipo rispetto al termine della gravidanza. D.D.S.