Le ex miniere trasformate in un parco divertimenti

Olgiate Molgora, producevano la marna ritenuta migliore al mondo ma ora l’area dismessa da anni potrebbe presto diventare attrazione turistica

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Un labirinto del Minotauro sommerso e inondato da milioni di litri d’acqua. Sono le vecchie gallerie dell’ex cementificio del Fabbricone a Olgiate Molgora, dove un tempo si estraeva la marna ritenuta migliore al mondo. Potrebbero diventare una sorta di parco divertimenti e di addestramento sotterraneo per sommozzatori e speleologi, ma anche un’attrazione turistica a portata di tutti, almeno nella parte "asciutta" più accessibile, scelta tra l’altro come casa dai pipistrelli di due specie protette a rischio di estinzione che si è scoperto possano coabitare nello stesso luogo proprio a Olgiate. Di recente il progetto è stato presentato anche al Pirellone per ottenere finanziamenti pubblici.

"E’ piaciuto e potrebbe diventare presto realtà – spiega il sindaco Giovanni Battista Bernocco, rimasto pure lui affascinato da quegli ambienti fuori dallo spazio e dal tempo -. Ci è stata però chiesta la redazione di un piano di protezione civile d’emergenza molto accurato in 3D, che nelle prossime settimane commissioneremo agli esperti. Molti non hanno veramente idea della bellezza sulla quale qui a Olgiate camminiamo letteralmente sopra. Si tratterebbe di un’esperienza unica e di un’attrazione di richiamo nel nostro territorio, con positive ricadute economiche".

Proprio come quando l’immenso complesso minerario era attivo: si stima che lì, ai primi del Novecento, lavorassero più persone che nei campi della zona. A lanciare e cominciare a costruire concretamente per primi l’idea di un parco minerario e di un percorso subacqueo nei cunicoli del Fabbricone, sono stati nel 2020 Francesco Santunione di Modena e il suo socio francese Florent Michel Locatelli, sub esperti, che hanno già esplorato parte dei dedali che si estendono in tunnel lunghi fino a 260 metri ciascuno su 5 livelli, in parte paralleli e in parte sovrapposti, 4 dei quali allagati dall’acqua di falda, mentre il primo più superficiale è l’unico percorribile a piedi. I due si sono spinti in punti dove probabilmente non è passato nessuno da oltre mezzo secolo, ciò da quando il 3 giugno del 1967 le miniere vennero chiuse per un’esplosione e un incendio che costarono la vita a 6 operai. Daniele De Salvo