
Un pescatore nel lago di Lecco
Lecco, 18 agosto 2018 - Da "sempre” chi arrivava a Lecco era subito avvolto dal dolce profumo di cioccolato che usciva dagli stabilimenti della Icam a sud della città. Ora che la grande fabbrica ha spostato la produzione nel Comasco, a “investire” i visitatori che raggiungono la città manzoniana sono spesso i pesanti miasmi che arrivano dal depuratore, ormai al collasso, che scarica nell’Adda. Non proprio un bel biglietto da visita per una città che dimostra ogni stagione di più una grande vocazione turistica. Eppure basta uscire dalla galleria del Monte Barro, in direzione nord, lungo la super 36 per accorgersi di quanto sia ormai pesante la situazione con il depuratore che dovrebbe ripulire gli scarichi in uscita dalla città che invece inonda l’aria con il suo pesante odore.
Anche gli attivisti di Legambiente se ne sono accorti durante gli ultimi campionamenti nei fiumi e nei torrenti che alimentano il Lario. L’aumento della popolazione e la scarsa attenzione dimostrata in tanti anni da diverse amministrazioni rischiano di trasformare ancora oggi il Lago di Como in una grande fogna a cielo aperto. I nemici si chiamano fosforo ed escherichia coli. Gli ambientalisti puntano il dito su torrenti come il Caldone a Lecco o il Gallavesa a Vercurago, ma anche la foce del fiume Adda a Colico, il torrente Valle dei Mulini a Bellano. «Non ci risulta alcun provvedimento che possa aver influito positivamente sulla qualità delle acque – ha commentato Costanza Panella, presidente del circolo Legambiente Lario Sponda Orientale e direzione di Legambiente Lombardia –. Sul ramo di Lecco stupisce soprattutto il risultato del torrente Gallavesa, dal momento che abbiamo avuto conferma del completamento degli interventi adeguativi nella Valle San Martino su depuratori, reti fognarie non allacciate e collettori. Il risultato alla foce del torrente Caldone, invece, non ci sorprende e non fa che confermare le criticità degli scorsi anni».
Non va meglio certamente sul ramo vip, quello Comasco, scelto da attori e sportivi e ultimamente anche da Icardi come “ritiro”, che non può vantare nemmeno un fiume in uscita che favorisca il deflusso delle sostanze che si accumulano nel bacino davanti al capoluogo. Su quattro punti monitorati, tre sono risultati fuorilegge. A renderlo ancora più velenoso ci pensano le temperature alte di questi giorni che hanno favorito la proliferazione di un’alga tossica che ha provocato diversi problemi ai bagnanti tanto da obbligare l’Ats a imporre divieti anche nelle poche località, come Villa Olmo, dove ancora ci si poteva concedere un tuffo. Ordinanze regolarmente disattese da molti turisti stranieri che amano farsi il bagno proprio di fronte al Tempio Voltiano dove in molti comaschi preferiscono non far abbeverare nemmeno i cani.