Quella iniziata martedì potrebbe essere l’ultima esondazione del Lario, dispettoso fino all’ultimo verso i Comaschi che si sono inventati le paratie pur di riuscire a confinarlo. Il lago però è stato più rapido e, complice il maltempo dei giorni scorsi, nell’arco di trentasei ore è cresciuto di oltre mezzo metro, mandando in crisi i modelli di previsione degli esperti, che non si attendevano un’esondazione ultra veloce.
Così da quarantott’ore a Como le acque del Lario si sono riprese almeno in parte piazza Cavour, tenute a bada dalla Protezione civile grazie alle paratie mobili e all’aiuto di una potente idrovora in grado di aspirare 10mila litri al minuto. Nella mattinata di ieri il livello dell’acqua è arrivato a superare i 146 centimetri sopra lo zero idrometrico, in pratica 26 centimetri oltre il limite di esondazione in piazza Cavour. Ciononostante la polizia locale a metà mattina è riuscita a riaprire alle auto una corsia della strada che costeggia il lungolago, consentendo di riattivare il girone e ripristinare la viabilità ordinaria.
Il tasso di riempimento del lago è arrivato al 108.8%, la buona notizia è che lentamente la percentuale dell’acqua in afflusso sta scendendo, ieri pomeriggio ne entravano 606 metricubi al secondo (una settantina in meno rispetto al dato misurato in mattinata) e ne uscivano, attraverso le chiuse di Malgrate, 586 metri cubi.
"A fronte della crescita del Lago che si è stabilizzata attorno ai 145 centimetri e del funzionamento del sistema di pompaggio a massimo regime, è stato possibile ripristinare le condizioni minime di sicurezza per il transito veicolare – l’avviso diramato dalla polizia locale di Como –. Il lungolago è stato riaperto, rimane garantito il transito all’interno della Ztl (via Rodari-via Cairoli) e sulla corsia preferenziale. Chiediamo di moderare la velocità e procedere con cautela. Le paratie mobili sono ancora sulla carreggiata".
Oggi il lungolago però rischia di tornare a chiudere: il bollettino meteo diffuso da Arpa Lombardia, infatti, annuncia piogge di intensità crescente a partire dalla mattinata, con concentrazioni che potrebbero arrivare a superare i 70 millimetri. Il livello del lago, che sembrava essersi riabbassato, tornerà irrimediabilmente a salire.
La situazione a Como non è la più critica, ieri si è lavorato per sistemare il muro crollato a Laglio e garantire la messa in sicurezza della statale Regina mentre a Merone le chiuse del Cavo Diotti sono rimaste aperte per abbassare il livello del lago di Pusiano. In questo caso l’obiettivo è evitare esondazioni del Lambro, che potrebbero creare problemi a Monza e Milano.