
"Lavorare in queste condizioni è difficile, sono pronto per una nuova esperienza". Il sostituto procuratore Paolo del Grosso dopo 18 anni di servizio lascia Lecco. Da lunedì è stato assegnato alla Procura di Torino. "È una scelta – prosegue il magistrato lecchese –, qui non avevo i mezzi per risolvere i problemi, quindi ho deciso di proseguire altrove il mio servizio nella magistratura". Originario di Roma, Paolo Del Grosso è giunto a Lecco il 30 ottobre 2003, nell’ufficio al terzo piano del vecchio palazzo di giustizia di via Cornelio ha iniziato ad occuparsi di inchieste, tra cui omicidi, sfruttamento della prostituzione, spaccio, ma anche fallimenti di importanti aziende. "Sono stati 18 anni bellissimi – racconta il magistrato – e chi passa da qui può andare ovunque". Il nuovo Procuratore, Ezio Domenico Basso, che si è insediato due settimane fa, non fa mistero: "Perdiamo la memoria storica". Lavorare alla Procura di Lecco è sempre stata difficile, negli ultimi tempi – vista la carenza di magistrati e cancellieri – ancor di più e la missiva del procuratore facenti funzioni Cuno Tarfusser dello scorso mese ha messo in evidenza i problemi, anzi le emergenze. "La mancanza di personale – spiega Paolo Del Grosso - rende tutto complicato: questo era un ufficio che funzionava bene quando eravamo in quattro sostituti, oltre il Capo, negli ultimi anni è diventato tutto difficile per mancanza di forze e si rischia di non rispondere alle necessità del territorio".
Nel bilancio di questi 18 anni trascorsi nella città manzoniana che definisce "permanenza quasi da guinness", Paolo Del Grosso si è occupato di tante inchieste, nel processo sugli scanner utilizzati da tre giornalisti finiti a processo si è trovato di fronte nientemeno che Antonio Di Pietro, che tolta la veste di magistrato ha assistito come legale i giornalisti, ma anche le operazioni antidroga, la prima inchiesta nazionale sul Dark Web e il relativo sequestro di bit-coin, che ha fatto da apripista a livello nazionale, quindi sette omicidi da Paderno d’Adda a Torre de’ Busi alle tre prostitute romene uccise nei boschi di Morterone. "Su quest’indagine durata un anno - aggiunge – siamo riusciti a far arrestare tutti i loro sfruttatori ma l’assassino non è saltato fuori". Ora l’attende un nuovo lavoro: alla Procura di Torino si occuperà di reati finanziari.
Angelo Panzeri