L’addio ad Alessandro che "desiderava il cielo"

Si sono svolti ieri a Saronn i funerali del diciannovenne precipitato in vetta al Legnone

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Sulla bara in legno chiaro la sua foto con il foulard annodato simbolo degli scout come lo era stato lui, ai piedi del feretro i suoi scarponi, gli stessi che indossava quando martedì mattina è precipitato sul Legnone. "I figli sono un dono che non possiamo trattenere. È dura Ale, ma dobbiamo lasciarti andare. Buona strada", lo hanno salutato per l’ultima volta e lasciato andare per sempre mamma Daniela e papà Franco. Parole, le loro, pronunciate al termine del funerale celebrato ieri nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo dove si sono sposati, dove i loro figli sono stati battezzati e hanno ricevuto gli altri sacramenti e dove mai avrebbero immaginato di piangere la perdita di uno di loro. Attorno alle spoglie mortali di Alessandro Bisi, il 21enne di Saronno morto in un burrone della più alta montagna della provincia di Lecco, ai genitori e ai fratelli Stefano e Federico si sono stretti tutti i sacerdoti della città, gli scout del gruppo di cui Ale faceva parte, gli ex compagni di liceo, gli amici, i soci del Cai a cui era iscritto, i volontari dell’Avis, il sindaco Augusto Airoldi e altre centinaia di conoscenti.

"Uno shock e un dolore immenso per qualcosa di cui non ci siamo ancora resi conto – ha detto don Franco Bareggi, il prete dei ragazzi, durante l’omelia -. Ale desiderava il cielo". "Un amico insostituibile – lo hanno invece ricordato gli scout -. Hai lasciato un segno indelebile nelle nostre vite, ci hai insegnato a non lasciare mai indietro nessuno". Di sottofondo invece la musica e il testo della canzone "Su ali d’aquila": "Dì al Signore mio Rifugio, mia roccia in cui confido. E ti rialzerà, ti solleverà su ali d’aquila, ti reggerà sulla brezza dell’alba, ti farà brillar come il sole". Come l’alba ammirata dalla cima del Legnone, l’ultima ammirata prima di perdere la vita. D.D.S.