La nuova Officina Badoni. Da fabbrica a fucina di idee

La gestiranno gli operatori di una serie di cooperative sociali ed enti formativi "Il simbolo di un’era industriale è oggi un fulcro di attività e innovazione".

La nuova Officina Badoni. Da fabbrica a fucina di idee

La gestiranno gli operatori di una serie di cooperative sociali ed enti formativi "Il simbolo di un’era industriale è oggi un fulcro di attività e innovazione".

Da più importante fabbrica del Lombardo Veneto del XIX secolo a casa dei giovani e fucina di idee. È la nuova Officina Badoni, il regalo della Fondazione comunitaria Lecchese, la prima e più longeva fondazione comunitaria d’Italia, ai lecchesi per il 25esimo compleanno. L’Officina Badoni, svelata nei giorni scorsi, è stata realizzata nell’unico immobile superstite del complesso industriale “Antonio Badoni“, costruito tra il 1842 e il 1844 al posto di un vecchio mulino, trasformato in un edificio neogotico per diventare prima una fonderia da ghisa e poi un stabilimento per costruzioni meccaniche.

Tutto il resto attorno è stato demolito nel 1992 per realizzare un condominio. Il suo destino ero lo stesso, ma nel 1999 il provvidenziale vincolo della Soprintendenza lo ha salvato dalla devastante politica urbanistica dell’epoca. A partire dal 2004 ciò che restava del comparto è stato restaurato, fino ad arrivare ultimi interventi di recupero da parte dei professionisti incaricati dalla Fondazione Lecchese appunto, divenuto nel frattempo l’ente proprietario dello stabile. Ora che la nuova Officina Badoni è realtà, la gestiranno gli operatori di una serie di cooperative sociali ed enti formativi. Al piano inferiore c’è il bar Offi cofee e una sala studio; al piano superiore gli uffici della Fondazione e altri spazi per lo studio e laboratori didattici; all’ultimo una sala per conferenze, mostre ed eventi, già prenotata per diversi eventi fino a dicembre. "Il progetto Officina Badoni rappresenta un punto di riferimento per la comunità, valorizzando il ruolo storico e sociale che l’edificio ha svolto in passato – spiega Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria Lecchese -. Situato in una posizione strategica è oggi un fulcro di attività e innovazione. L’obiettivo è trasformare il simbolo di un’era industriale passata in una risorsa contemporanea, preservando elementi significativi della sua storia e adattandoli alle dinamiche attuali. È stata reinserita in modo armonico e funzionale all’interno della collettività. L’Officina, quindi, è un esempio straordinario di come un sito industriale possa essere trasformato in un hub di innovazione sociale e culturale, contribuendo alla crescita personale e professionale in particolar modo dei giovani". Daniele De Salvo