Non è stato un incidente,
tantomeno un’aggressione sfociata in omicidio,
né un delitto. È morta probabilmente per sua libera scelta Maria Cristina Janssen, l’ex psicologa ed ex giudice onorario minorile del Tribunale dei minori di Firenze di 65 anni il cui cadavere l’altra mattina
è stato ripescato nella sua auto dal lago di Como, a Lecco.
La salma verrà sottoposta
ad autopsia e le indagini
sono in corso, ma sembra
che inquirenti e investigatori propendano per il gesto estremo volontario, un "gesto anticonservativo", come
lo ha definito con molto
tatto il procuratore capo Ezio Domenico Basso.
Quando la sua Panda
con lei dentro ha cominciato
a imbarcare acqua, forse
ha tentato di salvarsi e si è spostata dal posto di guida
al sedile posteriore, in una disperata ricerca dell’ultima sacca d’aria, senza però riuscire a sfondare il lunotto del portellone del cofano
per uscire dall’utilitaria.
"Una persona di grandi doti umani e professionali, colta, sensibile, che ha partecipato attivamente alla vita culturale
e sociale del nostro territorio
e del nostro comune",
la ricorda con grande affetto ed esprime profondo cordoglio Alberta Ticciati, il sindaco
di Campiglia Marittima,
in provincia di Livorno, dove
la 65enne aveva abitato
dal 2006 fino a novembre, quando poi era "stata costretta" a trasferirsi e tornare a Milano. Oltre al marito,
dal quale si era separata
di recente, ha lasciato due figli. "È stata un’amica preziosa,
una protagonista insostituibile nell’attività sociale e politica della Rete Solidale
e antirazzista – la ricordano
le volontarie dell’associazione di Piombino – Intelligente, empatica, colta, capace
di spendersi in prima persona nella solidarietà verso
i migranti, le donne, gli ultimi. Una persona piena di vita
e di tante storie. Ed è così
che la vogliamo ricordare". D.D.S.